MESSINA. Dal 2014 l’Azienda Ospedaliera Papardo è capofila in Sicilia di tutti i progetti legati al Codice Rosa, un modello organizzativo che prevede una serie di procedure specifiche, per riconoscere e accogliere in un ambiente dedicato e protetto, le vittime di violenza che giungono in Pronto Soccorso. All’interno dell’auditorium del nosocomio, si è svolto un incontro con l’assessore alla Salute Ruggero Razza, nel corso del quale sono stati evidenziati tutti i risultati ottenuti fino ad oggi. Ad illustrare le numerose azioni messe in campo, è stata la dott.ssa Francesca Paratore (nella foto), dirigente della struttura semplice Ricerca e Internazionalizzazione, medico dell’U.O.C. Qualità, responsabile del Codice Rosa e referente della Medicina di genere del Papardo.
«In questi anni- ha spiegato ad Insanitas- abbiamo preso parte a diversi progetti, per cui abbiamo svolto il ruolo di capofila nella nostra Regione. Grazie ad uno di questi sono stati formati gli operatori di 28 Pronto Soccorso in Italia, di cui 7 in Sicilia. Insieme a noi sono stati coinvolti anche l’ASP di Messina, l’ASP di Trapani, il Garibaldi di Catania, il Civico con il Di Cristina di Palermo e il Giglio di Cefalù».
In particolare, ad essere formati dal 2015 al 2020 sono stati 1350 tra operatori sanitari, socio-sanitari, docenti e studenti che hanno partecipato ai corsi formativi all’interno del Papardo. Altri 312 operatori hanno ricevuto la formazione attraverso la piattaforma FAD e ulteriori 40 sono stati formati nel 2017, nel corso di due eventi CEFPAS.
«Un’altra iniziativa a cui abbiamo aderito- ha affermato la Paratore- è stato il progetto REVAMP (REpellere Vulnera Ad Mulierem et Puerum) – Controllo e risposta alla violenza su persone vulnerabili: la donna e il bambino, modelli d’intervento nelle reti ospedaliere e nei servizi socio-sanitari in una prospettiva europea”, promosso dalla sorveglianza SINIACA-IDB dell’ISS e dall’Ospedale Galliera di Genova. Sono state ottenute statistiche importanti che riguardano le donne in età compresa tra i 15 e i 49 anni e i minori da 0 a 14 anni».
Nello specifico, si è visto che il 37% delle vittime in età fertile è di nazionalità estera, mentre i casi di violenza sessuale rappresentano il 5%. La percentuale di aggressione sessuale per i minori che giungono in PS è invece del 17,9%. Inoltre, si è riscontrato che a 3 mesi dalla dimissione ospedaliera al 67,5% delle vittime, è stata diagnosticata una patologia mentale di stress da disordine post-traumatico.
«Un terzo progetto di implementazione del codice rosa e del raccordo operativo dei servizi dedicati- ha proseguito- è stato quello che ci è stato affidato nel 2014 -2015 dall’Assessorato, con un finanziamento di 700.000 euro, che si è appena concluso. Grazie a ad esso, abbiamo messo in campo mumerose azioni tra cui la formazione degli operatori e la realizzazione di una piattaforma FAD. Inoltre, abbiamo dato vita ad un software di Pronto Soccorso, il “Nage”, che permette al triagista di PS di ricevere un alert di codice rosa, quando si ha l’arrivo di una vittima di violenza. L’applicativo infatti, consente di vedere tutte gli ultimi ingressi in Pronto Soccorso e le relative motivazioni, dando modo di ricostruire subito la storia clinica del paziente e capire se si è in presenza di un caso di violenza. Così, il medico che prenderà in carico il soggetto, saprà che dovrà trattarlo con determinate accortezze e attivare la procedura del codice rosa. Se il paziente non può tornare a casa, sarà allontanato e inserito in una casa protetta».
«Abbiamo fatto realizzare anche un altro applicativo- ha aggiunto la responsabile- chiamato Punto Rosa che mette in connessione Ospedale e Procura Generale della Repubblica, in modo da condividere i codici sulla violenza e le relative cartelle cliniche, nel caso in cui ci sia una denuncia». Un modello che sarà presto messo in rete, prima tra i 4 ospedali messinesi, e successivamente esteso ad altre 17 strutture partner siciliane.
La specialista ha poi reso noti una serie di dati, riguardanti gli accessi avvenuti nel Pronto Soccorso del Papardo dal 2015 al 2021. I casi, suddivisi fra violenza domestica violenza su minore, ricoveri, rifiuto ricovero, abbandono PS, rifiuto osservazione, violenza sessuale, stalking, violenza assistita e violenza su migranti sono stati: 247 nel 2015, 295 nel 2016, 260 nel 2017, 347 nel 2018, 73 nel 2019, 167 nel 2020 e 183 nel 2021. Nella maggior parte delle casistiche, ad essersi verificate con maggiore frequenza sono state le situazioni di violenza domestica.
Nel corso del lockdown gli ingressi sono diminuiti a causa della quarantena, ma sono fortemente aumentate le chiamate al 1522, il numero dedicato alle vittime di violenza e stalking. Non appena l’Ospedale ha riaperto le proprie porte, gli arrivi in Pronto Soccorso sono cresciuti nuovamente.
«Da un mese- ha annunciato la dott.ssa Paratore- abbiamo aderito ad un’altra iniziativa, che riguarda il contrasto della violenza sui minori all’interno delle scuole. Questa progettualità prevede un’ulteriore formazione dei docenti e incontri negli istituti scolastici, per spiegare ai ragazzi cos’è la violenza, come riconoscerla e come difendersi. Sarà inoltre importante capire cosa pensano gli studenti e che percezione hanno di questa problematica».
«Ci auguriamo- ha poi concluso la responsabile- che i frutti del lavoro svolto finora, come gli applicativi che abbiamo dato in riuso gratuito a molti dei nostri partner, possano andare avanti, indipendentemente dalla conclusione dei progetti. Tutto quello che abbiamo costruito, lo abbiamo realizzato affinché possa restare, per arginare al massimo questi fenomeni di violenza ed intervenire prima che sia troppo tardi».