PALERMO. «Sono distrutto, è tutta colpa mia…». Intervistato da Repubblica, il medico di Villa Sofia autore dell’errore fatale che è costato la vita a Filippo Chiarello, commerciante palermitano di 38 anni, non si dà pace.
Già subito dopo l’operazione alla colecisti in laparoscopia aveva ammesso ai familiari del paziente le proprie responsabilità, ed ora ai taccuini di Repubblica conferma tra le lacrime: «Ho introdotto il primo strumento chirurgico, il Trocar, ed è stata la fine. Un errore tecnico, ho fatto di tutto per salvargli la vita. Ora la mia vita è distrutta. Ho eseguito centinaia di laparoscopie nella mia carriera e non ho registrato mai nemmeno un sanguinamento».
Invece stavolta il medico ha reciso per errore l’aorta addominale perforando l’intestino del paziente e lo ha subito ammesso: «Mi sono sentito morire dentro, sulle facce dei parenti ho visto dipinta la disperazione».
I familiari di Filippo Chiarello, disperati per la morte del proprio congiunto, residente alla Zisa, si sono già affidata ad un legale per sporgere denuncia contro l’ospedale.
Dall’azienda Villa Sofia – Cervello fanno sapere di avere aperto un’inchiesta interna: «Siamo vicini alla famiglia».