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Presso il laboratorio di Cardiologia Interventistica

Villa Sofia, effettuati due interventi cardiaci con un’innovativa tecnica percutanea

Presso il laboratorio di Cardiologia Interventistica su due pazienti che avevano sofferto di ischemia cerebrale.

Tempo di lettura: 2 minuti

PALERMO. Un’innovativa tecnica percutanea, senza incisione chirurgica, per chiudere una parte del setto interatriale, ovvero quella membrana che separa l’atrio destro e l’atrio sinistro del cuore. È stata eseguita per la prima volta a Palermo presso il laboratorio di Cardiologia interventistica di Villa Sofia da un’equipe composta da Mario Lombardi, Giuseppe Migliore e Carlo Cicerone, che opera all’interno dell’Unità operativa di Cardiologia, diretta da Nicola Sanfilippo (nella foto in alto a destra: Migliore, Cicerone, Anthony Nobles e Lombardi).

Gli interventi, della durata di circa 45 minuti ciascuno, sono stati effettuati su due pazienti che avevano sofferto di ischemia cerebrale. In pratica si tratta di un intervento di chiusura della pervietà del forame ovale del setto interatriale.

La pervietà del forame ovale è un piccolo foro del setto interatriale e in alcuni casi può dare origine al passaggio di coaguli, poi responsabili di lesioni ischemiche cerebrali e ictus. La tecnica innovativa, mediante un piccolo catetere introdotto attraverso la vena femorale, elimina questo difetto e quindi il potenziale rischio, grazie alla sutura dei due foglietti del setto interatriale, evitando l’inserimento del tradizionale doppio ombrellino.

È particolarmente indicata in quelle situazioni in cui vi è allergia al nichel o intolleranza alla terapia antiaggregante. Inoltre per la sua intrinseca minore invasività è indicata in quei pazienti in cui è ipotizzabile la necessità di terapie interventistiche che prevedono l’accesso all’atrio sinistro, quali l’ablazione transcatetere e gli interventi sulla valvola mitralica. Il dispositivo adottato con questa nuova tecnica è il NobleStitch, che prende il nome dal suo inventore, Anthony Nobles, ingegnere biomedico statunitense, che è stato presente durante la esecuzione dei due interventi eseguiti a Villa Sofia.

«Un’ottima notizia per tutti quei pazienti- sottolinea Maurizio Aricò, Commissario di Villa Sofia-Cervello- con questo problema che può portare conseguenze davvero pericolose per la salute dell’individuo. Un plauso all’Unità operativa e ai medici che hanno perfezionato ed eseguito una tecnica che apre nuove ed importanti prospettive ed alternative in questo campo. Un altro esempio di terapie innovative nella nostra azienda e nella nostra città».

Carlo Cicerone, Mario Lombardi e Giuseppe Migliore in sala operatoria

 

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