PALERMO. «Constatiamo con dispiacere che la Sicilia rimane ancora ultima, tra tutte le Regioni italiane, come percentuale di terza dose somministrata (con solo il 21,75%), rispetto al totale della popolazione, mentre la media nazionale è del 31,83%». Lo affermano dal CIMEST (Confederazione intersindacale medicina specialistica di territorio), aggiungendo: «La cosa è ancor più grave se si considera che la Sicilia dispone di una fitta e capillare rete di Strutture Mediche Specialistiche accreditate esterne con il Sistema Sanitario Regionale, che, ad oggi sul fronte vaccinale, permane ancora inspiegabilmente inutilizzata dall’Assessorato Regionale alla Salute».
Nella nota a firma di Salvatore Piscitello (AIPA), Salvatore Calvaruso (ARDISS-FKT), Domenico Marasà (CITDS), Francesco Salerno (CROAT), Salvatore Gibiino (SBV) e Francesco Romano (SIOD) si legge: «In Sicilia questa rete di oltre 1.800 strutture potrebbe fornire un immediato e tempestivo strumento di vaccinazione per i cittadini ed a tutela della salute pubblica, garantendo prossimità al paziente, diffusione capillarizzata sul territorio e contatto diretto con i pazienti anche al fine di una vera azione di convincimento dei dubbiosi. Alle tempestive e ripetute manifestazioni di disponibilità del CIMEST- reiterate ormai da un anno, dall’inizio della campagna vaccinale- il presidente della Regione ed il suo assessorato alla Salute non hanno mai risposto e non hanno mai reso note le ragioni di tale, a nostro modo di vedere, gravissima “distrazione”, se non “farfugliando” generici impedimenti di livello ministeriale».
Dal CIMEST sottolineano: «Ancora una volta mettiamo a disposizione i nostri professionisti e le nostre Strutture, senza costi per il SSR, nell’intento di portare avanti con efficacia la campagna vaccinale che oggi stenta a decollare in Sicilia, forse, paradossalmente, proprio per non avere coinvolto le Strutture Specialistiche di Territorio, a cui sono stati richiesti tutti i requisiti aggiuntivi di prevenzione anti Covid e che inspiegabilmente vengono tenute ai margini del Servizio Sanitario».
Infine il CIMEST chiede «un incontro urgente al presidente della Regione per metterlo al corrente, qualora non lo fosse, della realtà siciliana e delle possibilità che si aprirebbero se davvero si utilizzasse il territorio, sia in termini di efficacia e di efficienza, sia in termini di risparmio economico e, cosa non trascurabile, in termini di riattivazione del SSR ambulatoriale per le prestazioni non Covid».