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Policlinici

La tesi degli inquirenti

“Università Bandita”: «Ecco come venivano decisi a tavolino i vincitori dei concorsi in medicina»

Seconda puntata della nostra inchiesta con la tesi degli inquirenti.

Tempo di lettura: 5 minuti

L’inchiesta “Università Bandita”, che ha portato alle dimissioni del rettore Francesco Basile, ha messo in luce quello che secondo l’accusa sembra essere un vero e proprio “sistema” utilizzato all’interno dell’ateneo catanese per pilotare concorsi e selezioni.

Su un totale di 27 concorsi diversi sono quelli che riguardano l’ambito medico. Un settore ove il merito dovrebbe essere il principale discrimine ma che, invece, a Catania pare abbia vissuto di accordi sottobanco e compiacenze anche tra docenti provenienti da diversi atenei.

In particolare i concorsi che rappresenterebbero in maniera paradigmatica il sistema decisionale stabilito dagli organi di vertice sono due: quello per un posto da associato nel settore scientifico disciplinare di chirurgia maxillo facciale e un altro per un posto da ricercatore nel settore scientifico disciplinare di malattie dell’apparato locomotore. I concorsi sono afferenti al dipartimento di chirurgia generale dell’ateneo di Catania.

Per il concorso relativo all’associato in chirurgia maxillo facciale gli inquirenti hanno messo in luce quelle che sembrano le prove di un accordo che sarebbe intercorso tra l’ex rettore Giacomo Pignataro, il suo successore Francesco Basile, Francesco Saverio De Ponte, professore ordinario dell’università di Messina, Giuseppe Sessa, preside del coordinamento della facoltà di Medicina ed ex direttore del dipartimento di chirurgia generale e Claudio Marchetti, professore ordinario dell’università di Bologna e componente della commissione di abilitazione nazionale.

L’accordo avrebbe previsto la vittoria di Alberto Bianchi, caldeggiato già nel 2016 dall’ordinario del dipartimento di medicina clinica Nunzio Crimi.

Quest’ultimo- ricostruiscono le carte dell’indagine- avrebbe rivelato all’allora rettore Pignataro che vi era un accordo tra Francesco Saverio De Ponte e Claudio Marchetti: “Ci sarebbe uno di Bologna, della scuola di Bologna, di Marchetti che si chiama Bianchi, altamente qualificato che prenderebbe l’idoneità per ordinario…e oltretutto in commissione è uscito il suo maestro quindi non dovrebbero esserci problemi. Alla scuola di Bologna con De Ponte hanno trovato una soluzione che questo potrebbe venire a Catania”.

Una conversazione dalla quale sembra emergere un accordo tra due scuole di Chirugia sull’asse Messina- Bologna per inviare un docente a Catania, prima di qualunque bando o di qualsiasi altra selezione comparativa di tipo meritocratico.

Così messa in moto la “macchina” non si perde tempo: secondo l’accusa nel novembre del 2016 gli stessi De Ponte, Marchetti e Bianchi andarono dall’allora rettore Pignataro accompagnati da quello che poi sarà il suo successore: Francesco Basile.

Si sarebbe caldeggiata l’assunzione ospedaliera di Bianchi che, però, in quel momento non ha l’abilitazione scientifica come professore di seconda fascia. Abilitazione che, secondo i docenti, non costituisce comunque un problema: infatti in commissione ci sarà il suo maestro Marchetti.

Così Pignataro e Basile si sarebbero messi d’accordo per un concorso per associato esterno. Nell’aprile del 2017, con il nuovo rettore, Basile continua l’iter per portare Bianchi a Catania. Tanto che lo stesso “magnifico” conferma- conversando con Paolo Cantaro, allora direttore generale dell’azienda ospedaliera Policlinico Vittorio Emanuele- che esiste “un patto con De Ponte per fare venire Bianchi a Catania, inizialmente come ospedaliero e subito dopo come docente universitario”.

Il rettore si sarebbe accordato successivamente con il professore Giuseppe Sessa per fare deliberare in dipartimento la chiamata esterna per associato in maxillo facciale con una coincidenza temporale “curiosa”: a fine luglio esce il bando e Bianchi consegue proprio in quel periodo l’abilitazione come docente di seconda fascia.

Complessivamente vengono banditi due posti per maxillo facciale, uno per dirigente medico e l’altro destinato alla mobilità. Una volta composta la commissione giudicatrice il professor De Ponte addirittura si rende disponibile ad accompagnarli personalmente a Catania per effettuare la prova finale.

Inoltre De Ponte ringrazia doppiamente il rettore: con la posizione in mobilità potrà, previo l’assenso di Bianchi, assegnarla a uno dei suoi sei “strutturati”. Bianchi poi vince la selezione.

L’altro concorso per ricercatore, di tipo A, nel settore malattie dell’apparato locomotore vede “protagonista” Giuseppe Sessa che dice al rettore di averne “assoluta necessità” per un suo candidato. Tanto era l’interesse del docente che il concorso non era stato ancora deliberato dal dipartimento poiché il “prescelto” all’epoca non aveva ancora ottenuto la specializzazione: un requisito indispensabile per l’ammissione alla selezione pubblica, in alternativa al dottorato di ricerca.

Il vincitore designato, stando alle carte dell’indagine, doveva essere Gianluca Testa, che nel luglio del 2017 consegue il diploma della scuola di specializzazione in ortopedia. Così il bando, uscito a giugno e ritardato, va avanti con la soddisfazione del professor Sessa che dice al rettore facendo una summa dei vari bandi:” Al dipartimento tutto bene, è passato quello che doveva passere, non ci sono stati problemi, sono riuscito a presentargliele in maniera pulita”.

Sessa discute con Basile anche dei suoi figli Andrea e Laura da collocare eventualmente dentro l’ateneo. Nel novembre del 2017 Gianluca Testa verrà nominato vincitore della selezione pubblica, unico partecipante. Quasi tutte le pubblicazioni scientifiche presentate erano state redatte congiuntamente al professor Vito Pavone, associato del dipartimento di chirurgia generale di Catania. Curiosamente lo stesso è stato membro della commissione esaminatrice.

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