Salute e benessere

L'approfondimento di Insanitas

Troppo sole e rischio di melanoma, come proteggersi? I consigli del dermatologo

L'intervista sul tema della fotoprotezione a Gaetano Licata, dirigente Medico presso la U.O.C di Dermatologia dell'ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani.

Tempo di lettura: 5 minuti

L’estate è arrivata. Le belle giornate invitano a trascorrere più tempo all’aria aperta, esponendosi più tempo al sole. A tal proposito, insieme al dott. Gaetano Licata, Dermatologo, Venereologo, Dirigente Medico presso U.O.C di Dermatologia del P.O Sant’Antonio Abate di Trapani abbiamo approfondito l’importanza della fotoprotezione, ovvero la protezione della pelle dagli effetti dannosi dell’esposizione solare. E ancora, quali i possibili rischi di una noncuranza e alcuni semplici consigli da mettere in campo per vivere l’estate in sicurezza.

Quali i sono i maggiori rischi dovuti ad una mancata fotoprotezione?
«Possiamo dividere i rischi in due grandi categorie. In primo luogo, un fotodanno acuto che si verifica con eritema, formazioni di eventuali bolle, e il crearsi di un’eventuale ustione di primo o secondo grado. Quindi ci si espone al sole per una giornata intera, per esempio stando su una barca e senza alcuna protezione, si è esposti a tale rischio con, delle volte, conseguenti esiti cicatriziali, soprattutto se vi è un interessamento delle zone nobili, quelle più sensibili (viso, dorso delle mani e dei piedi). Un’altra conseguenza delle fotoesposizioni sbagliate è la comparsa del cosiddetto melasma, soprattutto nei soggetti di sesso femminile. Si tratta di chiazze scure di pigmentazione in corrispondenza delle aree cutanee esposte al sole, in particolar modo sul labbro superiore. Un fattore di carattere estetico che può disturbare il paziente, il quale può rivolgersi ad uno specialista per il trattamento».

C’è anche il rischio di tumori cutanei…
«Ciò che più preoccupa il dermatologo è il fotodanno cronico quando questo è il substrato per l’insorgenza dei tumori cutanei: melanoma e non melanoma skin cancer. La causa maggiore dei non melanoma skin cancer, i più diffusi, è il fotodanno cronico intermittente, classico di chi lavora al chiuso, in ufficio ad esempio, e che dopo una lunga stagione invernale passa i mesi estivi, con vacanze più o meno lunghe, scottandosi frequentemente. L’errata fotoprotezione solare e in particolare le ustioni solari è uno dei fattori di rischio di uno dei tumori più aggressivi nell’uomo, il quinto per malignità: il melanoma. Il 70% insorge su cute sana e il fattore di rischio più importante sono le ustioni e soprattutto le ustioni da bambino. È possibile quindi che, a distanza di 30-40 anni dalla prima ustione nel periodo infantile, si abbia l’insorgenza di un eventuale melanoma. La fotoprotezione è difatti importantissima per alcune fasce d’età, tra cui bambini ed anziani, fermo restando che è necessario che la facciano tutti. Nel 2023, morire per un tumore cutaneo non è una grande pensata per il semplice fatto che è facilmente curabile se preso in tempo e soprattutto perché visibile, diagnosticabile con una semplice visita dermatologica senza cambiare l’aspettativa di vita del paziente».

Qual è l’incidente dei melanomi in Sicilia?
«In Sicilia i casi di melanoma sicuramente ci sono, anche se non sono molto frequenti. Nella mia esperienza clinica ne vedo circa 5 al mese. Ogni 100 nei asportati, 1 è un melanoma, dato stabile in tutta Italia. Curioso invece, su scala mondiale, il caso dell’Australia che si conferma come la terra a maggior incidenza di melanoma. Si parla addirittura di un’epidemia di tumori cutanei in quanto vivono per lo più popolazioni con fototipo chiaro, di origine anglosassone, in una latitudine in cui abbiamo un’elevata esposizione solare. Premettendo che anche un paziente di fototipo scuro può essere a rischio melanoma. Famosa anche una campagna di prevenzione e fotoprotezione diffusa nel Paese (“Slip! Slop! Slap!”), inducendo a dare istruzioni su come applicare correttamente la crema solare. Grazie a questa campagna c’è stata una drastica riduzione della mortalità di melanoma».

Quali sono i consigli da seguire per una corretta fotoprotezione? I classici “Non è possibile stare senza…”
«Primo tra tutti, applicare la crema solare. Sufficiente fattore 30, ovviamente un 50+ sarebbe auspicabile, ma qualora il paziente non fosse abituato ad un’alta fotoprotezione, già un fattore 30, applicato in maniera adeguata, ovvero rinnovato almeno ogni due/tre ore, è assolutamente sufficiente. Va bene applicare anche un quantitativo di crema che va sulla punta delle dita. Applichiamola su tutto il corpo, non è necessario predisporre un fattore più elevato sul neo, ad esempio, in quanto già di per sé ha un quantitativo di pigmento maggiore rispetto alla cute sane, si fotoprotegge già da solo. Dobbiamo andare a trattare tutta quanta la cute, nella sua interezza. Poi, l’utilizzo del cappello, preferibilmente a falde larghe perché ci permette la protezione di tre aree sensibili che spesso non sono coperte, quali orecchie, labbro inferiore e la ragione della nuca. Evitare le ore più calde, dalle 12 fino alle 16. Iniziare già nei mesi primaverili la cosiddetta fotoprotezione dall’interno, mediante l’assunzione di carotenoidi e licopene. In buona sostanza, tutti i frutti colorati (rossi, arancioni), sono senza dubbio fotoprotettori naturali che aiutano a proteggersi, cosi come uno buono stato di idratazione.

dott. Gaetano Licata, Dermatologo

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