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Emergenza urgenza

Il bilancio

Trasporto degli organi, nel 2016 oltre 400 gli interventi effettuati dalla Croce Rossa in Sicilia

Il presidente regionale Luigi Corsaro: «I risultati conseguiti sul piano pratico sono visibili e confermati dai numeri, ma c’è ancora molto da fare sul piano della sensibilizzazione alla donazione».

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PALERMO. Dal 2006 la CRI della Sicilia è impegnata nel trasporto degli organi ed equipe medica come attività fondamentale dei servizi dell’area di tutela della salute e protezione della vita. Il servizio, coordinato a livello regionale secondo quanto previsto dal Protocollo d’Intesa stipulato con il Centro Regionale Trapianti, è attivo 24 ore su 24 tutto l’anno ed è svolto dai Comitati CRI della Sicilia tramite l’impiego di veicoli specializzati e personale volontario adeguatamente formato. Soltanto nel 2016, i Comitati CRI della Sicilia hanno effettuato 419 interventi di trasporto organi.

L’azione tempestiva e professionale dei volontari della Croce Rossa ha permesso di raggiungere risultati importanti. Il trasporto degli organi da trapiantare è sempre svolto in emergenza, condizione che rende molto delicato questo tipo di servizio, richiedendo molta professionalità. Il piano di viaggio viene infatti concordato con il CRT Sicilia e preparato in 10 minuti dopo la chiamata del centro di riferimento, mentre l’operazione di trapianto viene effettuata al massimo dopo otto ore dall’inizio dell’emergenza. Se le fasi di trasporto non sono eseguite puntualmente, correttamente e professionalmente, si rischia di compromettere la buona riuscita dell’intervento.

«I risultati conseguiti sul piano pratico sono visibili e confermati dai numeri, ma c’è ancora molto da fare sul piano della sensibilizzazione alla donazione degli organi», dichiara Luigi Corsaro, presidente Regionale CRI della Sicilia. Questo rimane infatti ancora un argomento delicato su cui i pareri sono contrastanti. Per di più, oggi in Italia non vige il silenzio assenso, come invece succede in molti altri paesi europei, e senza una dichiarazione espressa saranno i familiari a decidere se procedere o no all’espianto.

«Il timore verso il consenso alla donazione degli organi permane- continua Corsaro- nonostante sia un gesto che può salvare altre vite e mezzo per condividere l’amore per la vita stessa”.

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