Un memoriale dedicato ai medici e a tutto il personale paramedico vittime del Covid. Si tratta del primo in Italia e sarà inaugurato domani, 27 maggio, alle 11 nell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani. Tra i promotori dell’iniziativa il dottore Pio Lo Giudice, che è stato presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Trapani dal 2006 al 2008.
“Un’iniziativa dell’associazione Grande Oriente dei Tre mari d’Italia (sezione di Trapani) – dice Pio Lo Giudice – per testimoniare il nostro affetto, la nostra stima e gratitudine nei confronti di medici e paramedici in Italia, lo ricordo, abbiamo perso a causa del Covid 380 medici e 60 infermieri; a livello mondiale 115mila operatori sanitari, molti dei quali lavoravano nella zona Sud equatoriale dove mancavano presidi e si moriva più facilmente”.
Il memoriale è una roccia in marmo sulla quale è stata installata una dedica a firma del presidente dell’associazione, il capitano Mario Minaudo, e del commissario dell’Asp Vincenzo Spera. All’inaugurazione sarà presente il sindaco di Erice, Daniela Toscano, il presidente del consiglio comunale Luigi Nacci, tutti i vertici dell’azienda sanitaria, il presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Trapani, Vito Barraco con i medici del suo Consiglio provinciale.
“Il medico non è un eroe, è un professionista che cerca di fare il proprio meglio nella quotidianità. Ci sta molto a cuore il memoriale che inauguriamo domani – spiega Lo Giudice – perché in esso intendiamo rappresentare non solo la nostra gratitudine verso colleghi e operatori sanitari che hanno perso la vita per lavoro ma anche un profondo desiderio: che nasca una alleanza tra medico e paziente per contrastare la malattia. Sono ormai all’ordine del giorno le aggressioni ai danni di chi lavora negli ospedali. Il memoriale vuole essere anche un monito per riportare equilibrio e rispetto nei rapporti umani tra medico e paziente”.
Sono circa 1600 l’anno le aggressioni che si registrano nei confronti del personale sanitario, dagli ambulatori di psichiatria alle guardie notturne, con una media di circa quattro al giorno (dati Inail). Il 71% ha come vittima una donna.