ROMA. Pronto l’emendamento del governo al disegno di legge di stabilità che in questi giorni è all’esame del Parlamento. La modifica dà il via ai concorsi e interessa direttamente seimila operatori sanitari, di cui tremila infermieri e tremila medici.
Il provvedimento è reso necessario dall’entrata in vigore della normativa europea sui turni di lavoro nelle strutture ospedaliere, pubbliche e private.
Non è più possibile, infatti, sforare gli orari dell’attività lavorativa, e chi lo fa oltre ad assumersene la responsabilità potrebbe pagare multe salatissime. Una spada di Damocle sul capo dei dirigenti e dei primari che autorizzano gli sforamenti e delle aziende ospedaliere che permettono questa pratica.
Dal 25 novembre, dunque, si osserva- virtualmente- la normativa. E negli ospedali e cliniche private si fanno salti mortali e si ricorre anche a degli espedienti.
Le risorse per l’assunzione dei seimila operatori sanitari si troveranno attraverso una svolta sulla “medicina difensiva”: si pensa di diminuire le prescrizioni di viste specialistiche e di esami inutili e ripetitivi, richiesti talvolta per evitare conseguenze di natura penale o risarcitoria.
Questa svolta dovrebbe essere propiziata da una riforma delle norme in materia di responsabilità dei medici. A pagare sarebbero gli ospedali, in caso di errore medico, piuttosto che il personale sanitario, a meno che, naturalmente, non vi sia il dolo o un comportamento irresponsabile.
Il presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo, Toti Amato, dopo avere appreso delle intenzioni del governo nazionale di assumere seimila operatori sanitari, ha espresso soddisfazione, ma ha ricordato che le piante organiche sono deficitarie a prescindere dalla normativa sui turni di lavoro.
Quanto alla Sicilia, la Regione aveva già aperto alla possibilità di nuove assunzioni nella sanità. «Si dovrebbe sommare questa volontà a quella manifestata dal governo nazionale per corrispondere ai nuovi bisogni», fa notare Amato.
Sulla base della spesa “storica”, alla Sicilia potrebbe spettare il 10 per cento di queste assunzioni, e cioè 600 unità, cui potrebbero aggiungersi quelle già programmate, ove l’aspirazione di Amato fosse accolta.