Nelle prossime 2 settimane purtroppo e molto verosimile che anche in Sicilia aumenteranno le diagnosi di polmonite da nuovo coronavirus e che un numero sempre maggiore di pazienti dovrà ricorrere a cure intensive. Correttissime, ma probabilmente non sufficienti saranno le misure di distanziamento sociale che hanno fondamentalmente lo scopo di evitare che troppe persone si ammalino nello stesso intervallo temporale saturando i posti in terapia intensiva.
In atto le persone risultate positive al tampone o sono ricoverate in ospedale o al proprio domicilio dove vengono regolarmente seguiti, tutti i contatti stretti sono in quarantena …. ma siamo sicuri che misure di quarantena sono strettamente rispettate? Sarebbe corretto che persone in quarantena eseguissero magari ogni 4 giorni il tampone e a casa propria non dovrebbero essere a contatto stretto con i propri familiari…
Se vogliamo che la curva epidemica non continui a salire in maniera esponenziale, a parte le corrette misure di distanziamento sociale, dovremmo fare applicare bene le misure di quarantena ai contati stretti e soprattutto dovremmo molto banalmente fare quello che è stato fatto in Corea del Sud e che anche le Regione Veneto si sta apprestando a fare… aumentare l’offerta del tampone anche alle persone asintomatiche in maniera tale da isolarle se positive al test… ovviamente il test dovrà essere successivamente offerto prioritariamente a tutti i contatti stretti delle persone che verranno riscontrate positive.
I Veneto (come si vede dal grafico) è già la regione italiana che ha eseguito più tamponi… le altre regioni dovrebbero seguire l’esempio prima che sia troppo tardi.
Ritengo quindi che debbano essere potenziati (più personale e più apparecchiature) i servizi di microbiologia in cui viene eseguito il test (augurandoci che prestissimo potranno essere disponibili test diagnostici molto più rapidi) e che siano potenziati anche i servizi di Igiene e Sanità Pubblica in maniera tale:
- a) che possano essere eseguiti più tamponi;
- b) le persone positive vengano poste in quarantena o ricoverate e a tutti i loro contatti possa essere garantita un’adeguata quarantena e l’esecuzione del test (ogni 4 giorni) per i successivi 14 giorni;
- c) i pazienti dimissibili dall’ospedale (perché clinicamente guariti), ma ancora positivi al test possano ritornare a casa e continuare l’isolamento fino a quando il test non sia ripetutamente negativo