Continuano i disagi causati dalla carenza organizzativa delle reti tempo-dipendenti siciliane e dalla mancanza di un numero adeguato di servizi di Neuroradiologia Interventistica nella Sicilia occidentale. Si è verificato infatti, nella sera di giovedì 13 settembre, l’ennesimo episodio disfunzionale che ha richiesto il trasferimento di un paziente, colto da aneurisma cerebrale, dall’ARNAS Civico di Palermo al centro HUB di Messina.
Dopo l’arrivo in Pronto Soccorso, presentando mal di testa importante e rigor nucalis, il paziente ha ricevuto la prima consulenza neurochirurgica e la prima TAC. Dal consulto è emerso che la mattina seguente il paziente avrebbe dovuto eseguire un’AngioTAC a seguito di una cura desensibilizzante. Nel pomeriggio, dopo l’esame che ha confermato la presenza di aneurisma, il paziente è stato trasferito nel reparto di Neurochirurgia da dove è stato inviato nuovamente in Pronto Soccorso.
A causa della mancanza infatti dell’unico neuroradiologo interventista che avrebbe potuto eseguire non solo una consulenza ma anche un’angiografia e, conseguentemente, un intervento chirurgico, il paziente è stato inviato con un servizio di elisoccorso nel reparto di Messina dove questa mattina ha ricevuto trattamenti adeguati e adesso sta bene.
A denunciare il fatto Angelo Collodoro, vicesegretario regionale CIMO. «Questi episodi non si verificano soltanto al Civico ma anche a Villa Sofia perché – spiega Collodoro – non abbiamo la possibilità di soccorrere in maniera adeguata i pazienti con ictus e aneurisma. Dati alla mano infatti ci dicono che abbiamo una copertura territoriale soltanto del 40% e che solo il 25% dei casi di ictus potenzialmente trattabili secondo le linee guida vengono trattati con trombolisi farmacologica che evita il ricorso all’intervento chirurgico con tutti i rischi connessi».
«Palermo, Trapani, Agrigento, Caltanissetta ed Enna sono completamente oscurate. L’ARNAS Civico – continua Collodoro -, catalogato come HUB di II livello, non è in grado di gestire il bacino di utenza di quasi 2 milioni di pazienti perché non è presente un reparto di neurochirurgia adatto, è stato smantellato il reparto di radiologia, è carente il reparto di neuroradiologia interventistica e la stroke unit sta lentamente morendo a causa di mancanza di fondi. Tutto ciò è frutto di una cattiva programmazione e di una totale indifferenza». E aggiunge: «Questo tipo di patologie costituiscono un rischio per i pazienti ma presentano anche ripercussioni in termini economici e di risorse umane sulla spesa pubblica configurandosi come un problema sociale con relativi costi sanitari».
Con questa segnalazione la CIMO «fa appello ai direttori generali delle aziende sanitarie, all’assessore Razza, per intervenire – conclude Collodoro – su questi errori vistosi di programmazione e a vigilare affinché i pazienti della Sicilia occidentale siano tutelati adeguatamente».