Botta e risposta tra i contrattisti programmatori e l’Asp di Palermo. In una nota (CLICCA QUI) i primi sollecitano la sospensione del concorso indetto per assumere a tempo indeterminato le stesse figure professionali e chiedono la propria stabilizzazione. Contattata da Insanitas, l’Azienda sanitaria provinciale replica difendendo la propria scelta.
Reclutati a tempo determinato dal 2020, i 53 programmatori vedranno scadere i propri contratti a fine aprile 2023. «In questi difficilissimi mesi abbiamo lavorato accanto a medici e infermieri, dando supporto fondamentale per affrontare a 360° l’emergenza pandemica, rischiando in prima persona in un periodo in cui non erano disponibili i vaccini a proteggerci- sottolineano in una nota che ha come firma “I programmatori dell’Asp di Palermo”– In questi due anni l’ASP di ha investito molto su di noi, acquisendo nel frattempo un bagaglio di competenze che la Sanità Siciliana non può permettersi di disperdere. La giurisprudenza più recente ha sancito un vero e proprio dovere dell’amministrazione di motivare specificamente la scelta di indire una procedura concorsuale in luogo di una procedura di stabilizzazione, la quale, nella nostra situazione, avrebbe dovuto essere preferita».
«Perché fare il concorso solo per i Programmatori, considerando che attualmente quelli in servizio coprono posti vacanti di pianta organica e previsti nel piano triennale di fabbisogno del personale dopo aver superato una selezione per titoli?- prosegue la nota- Qual è la fretta di fare questo concorso? L’azienda ha formato negli ultimi 2 anni 53 programmatori, che ricordiamo occupano posti vacanti di pianta organica e previsti nel piano triennale di fabbisogno del personale, e sta espletando un concorso per la stessa figura che comporterà un dispendio di denaro pubblico che invece potrebbe essere investito in altro».
Inoltre, i programmatori sottolineano: «Il Governo Nazionale sta lavorando ad una norma per la stabilizzazione del personale amministrativo e tecnico del SSN assunto durante l’emergenza pandemica da Covid-19. Essendo la condizione di noi Programmatori rientrante, de facto, in tali requisiti, auspichiamo nella buona politica, strada percorribile in virtù dei principi di non discriminazione, di efficienza ed economicità della P.A. considerato che l’azienda ci ha formato».
Da qui, appunto, la richiesta di un incontro «al fine di discutere e valutare la sospensione del concorso e l’attuazione di ulteriori e certe misure volte a non disperdere le competenze acquisite»
LA REPLICA DELL’ASP
Contattata da Insanitas, l’Asp di Palermo replica così: «In riferimento alla richiesta dei programmatori- pervenuta anche alla direzione generale, non sottoscritta, né firmata- nella stessa si rivendica la possibilità di procedere alla stabilizzazione, magari con una nuova norma non ancora emanata che possa superare il principio costituzionale del concorso pubblico quale modalità “normale” di accesso alla pubblica amministrazione. Già questo risulta sui generis rispetto un principio fondamentale del nostro Ordinamento, al quale questa amministrazione ha voluto dare ossequiosa applicazione, tanto più che la procedura consente allo stato attuale anche di prendere in considerazione la posizione dei Co.Co.Co. incaricati durante l’emergenza covid con il famoso “click day” ai quali in questo modo verrà data l’opportunità di affrontare una selezione per essere reclutati».
«Durante l’emergenza covid tutti gli incarichi che ha potuto offrire un’Azienda sanitaria pubblica, forse hanno potuto creare dei momenti di rischio, ma allo stato non si è a conoscenza di nessun danno accertato nei confronti di operatori, che tra l’altro- nella fattispecie e nella maggior parte dei casi, reclutati dal mese di novembre 2020 in poi- hanno lavorato in aree senza rischi particolari, se non quelli propri della pandemia che ha riguardato tutto il mondo. Comprendiamo la preoccupazione di questi operatori e proviamo anche a sorridere sulla circostanza che è certamente più semplice passare da una stabilizzazione– che è una sorta di sanatoria in merito all’accertamento delle competenze- piuttosto che da un concorso che comporta studio, sacrificio, confronto e poi alla fine anche il dubbio del risultato concreto, ma è il percorso che l’ordinamento ha riconosciuto come principale modalità di arruolamento nella pubblica amministrazione, essendo ogni percorso di stabilizzazione una procedura mossa da condizioni di straordinarietà».
Infine, dall’Asp sottolineano: «Ovviamente una procedura concorsuale a cui partecipano 2.365 candidati ha anche un costo, ma non è certo in nome della spending review che si può sacrificare un principio costituzionalmente sancito. In ogni caso, la procedura costerà all’Asp 40 mila euro (e non 154.940 come indicato nella lettera dei programmatori). La nota inviata anche alle redazioni, non potrà essere direttamente riscontrata in quanto anonima e non sottoscritta da nessuno. Pertanto, queste sono le uniche osservazioni che verranno fornite in merito».