PALERMO. Il personale precario stabilizzabile è solo quello «direttamente adibito allo svolgimento delle attività che rispondono all’esigenza di assicurare la continuità nell’erogazione dei servizi sanitari. Ed è evidente che esso non può che essere il solo personale del ruolo sanitario».
Lo ribadisce la Conferenza Stato- Regioni in risposta a una richiesta inoltrata nei giorni scorsi dall’assessorato alla Salute, relativamente alla possibilità di stabilizzare anche tutti i dirigenti tecnico- professionali: farmacisti, biologi, ingegneri, chimici e così via.
Una risposta, sottolineano da Roma, «coerente con quanto precisato dal Ministero della Salute il 16.11. 2016 che, condividendo la posizione in materia assunta dal coordinamento tecnico della Commissione Salute, ha individuato solo i profili del ruolo sanitario (e, per quanto riguarda il comparto, gli OSS e gli autisti di ambulanza) tra quelli destinatari delle procedure di stabilizzazione in rapporto alla locuzione “tecnico professionale».
Il parere (leggi qui) tocca pure un altro punto (così come reso noto dal Cimo) per ribadire «che le procedure di stabilizzazione sono volte al superamento del precariato».
Conseguentemente «non sembra possibile procedere alla stabilizzazione del personale che sia già stato assunto a tempo indeterminato, quanto meno in profilo equivalente o superiore a quello oggetto delle procedure di stabilizzazione. Diversamente si potrebbe anche configurare un’elusione delle disposizioni di cui all’articolo 30 del D.Lgs. 165/2001 in materia di mobilità del personale».
Tuttavia, dalla Conferenza Stato- Regioni sottolineano che i propri documenti «non hanno forza normativa, per cui le singole Regioni, qualora ritengano di diversamente interpretare le disposizioni dell’articolo 20 del D.Lgs.75/2017, ben possono disattenderlo, in tutto o in parte».
Insomma, qui in Sicilia l’onere delle decisioni sulle stabilizzazioni passa ora all’assessorato di piazza Ziino.