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Dal palazzo

Martedì la discussione in aula

Stabilizzazione dirigenza medica, amministrativa e tecnica: appello dei precari all’ARS “approvate l’emedamento”

Esplode il caso della V Commissione Lavoro, nella quale un deputato si sarebbe detto contrario al percorso di stabilizzazione, definendolo illegittimo

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A due giorni dalla discussione in aula, presso l’Assemblea Regionale Siciliana, aumenta l’attesa dei precari della dirigenza medica sanitaria, amministrativa, professionale e tecnica sul percorso di stabilizzazione che, anche in Sicilia, sembra ormai in dirittura di arrivo.

“Il virtuoso percorso – scrive in una nota il coordinamento dei precari della dirigenza medica – ha avuto inizio lo scorso aprile con la richiesta di alcune Organizzazioni Sindacali di audizione in Commissione Lavoro. Successivamente veniva approvato all’unanimità dalla commissione Salute dell’Ars, presieduta da Margherita La Rocca Ruvolo, dopo l’audizione congiunta con la commissione Lavoro presieduta da Luca Sammartino l’emendamento aggiuntivo al collegato alla Finanziaria in materia di stabilizzazione del personale precario della dirigenza medica sanitaria amministrativa professionale e tecnica del Servizio sanitario regionale.
Detto emendamento proposto dalle due commissioni a margine dell’audizione dell’assessore regionale per la Salute Ruggero Razza e dei rappresentanti sindacali, varato con il parere favorevole del governo è anche già passato con esito positivo al vaglio della commissione Bilancio in considerazione del fatto che tutto il personale beneficiario di detto emendamento è già in forza presso le Aziende Sanitarie e copre posti vacanti nelle rispettive dotazioni organiche”.

L’emendamento, inserito nel Disegno di Legge che in questi giorni è oggetto dell’attività dell’ARS,verrà trattato in Assemblea regionale giorno 08/10/2019. Qui di seguito il testo in attesa di approvazione:

  • Art. 51
    Procedure di stabilizzazione
    1. Al fine di valorizzare le professionalità acquisite, nonché per l’armonizzazione dei requisiti richiesti per la partecipazione alle procedure di stabilizzazione del personale, ai sensi dell’art. 20 del D.Lgs. n. 75 del 25 maggio 2017, ed in particolare ai fini della maturazione del requisito dei tre anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi otto anni, alla data del 31 dicembre 2017, sono riconosciuti, con decorrenza dalla conformazione dei relativi ordinamenti alle previsioni del D. Lgs. n. 502 del 30 dicembre 1992, i periodi di servizio prestato nelle strutture riconducibili alle categorie degli Ospedali privati classificati e degli IRCCS di diritto privato.
    2. Nella Regione siciliana, in applicazione dell’articolo 20, commi 1 e 2, del D. Lgs. n. 75 del 25 maggio 2017, in presenza del requisito dei tre anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi otto anni, alla data del 31 dicembre 2017, svolti anche presso le strutture di cui al comma 1, sono avviate le procedure di stabilizzazione per il personale, dirigenziale e non dirigenziale, del Servizio Sanitario Regionale facente parte dell’area della dirigenza medica, sanitaria, veterinaria, professionale, tecnica e amministrativa.

“Purtroppo – si legge nella nota del coordinamento dei dirigenti precari – il percorso certamente legittimo seguito da parlamentari e sindacati, non sembra del tutto definito ed anzi l’iter risulta osteggiato dalle dichiarazioni rese da un deputato regionale in seno alla seduta della V Commissione Lavoro del 18 settembre, il quale ha paventato l’illegittimità di detto provvedimento senza avere suffragato tali dichiarazioni della opportuna evidenza documentale. Inoltre, giunge notizia che nella seduta dell’Assemblea Regionale convocata per il prossimo 08/10/2019 il medesimo succitato deputato regionale intenda proporre apposita mozione atta allo stralcio di detto emendamento reiterando le motivazioni addotte di presunta illegittimità dello stesso”.

“E’ di tutta evidenza che le dichiarazioni già espresse in V Commissione dall’Onorevole non sono state né adeguatamente motivate né suffragate dagli opportuni riferimenti normativi, che identifichino nella Legge Madia il divieto espresso di stabilizzazione del personale precario della Dirigenza Amministrativa – continua il coordinamento – in merito si rammentano i contenuti dei chiarimenti richiesti dall’Assessorato Regionale della Salute alla Conferenza Sato Regioni che, interpellata in materia, ha precisato che i documenti emanati dalla stessa non hanno forza normativa, per cui le singole Regioni (e si evidenzia che diverse Regioni hanno già agito in tal senso) qualora lo ritengano possono applicare le disposizioni dell’articolo 20 del D.Lgs.75/2017, disattendendo, in tutto o in parte, le indicazioni di organi consultivi”.

“Chiediamo a questo punto che venga finalmente definito ed approvato il provvedimento atto alla stabilizzazione che consenta di eliminare la disparità di trattamento sino ad oggi subita rispetto agli altri precari già stabilizzati sia a livello nazionale che a livello regionale. Tutto ciò – conclude il coordinamento dei precari della dirigenza medica, amministrativa e tecnica – non solo è funzionale al perdurare dell’efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa fin qui condotta in seno alle Aziende del Sistema Sanitario Regionale ma non presenta alcun profilo di quella paventata e non motivata illegittimità che si è urlata ripetutamente in tutte le sedi al solo scopo di sviare rispetto a percorsi assolutamente corretti ed utili alla salvaguardia di ragioni e interessi della collettività”.

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