PALERMO. Dopo i ricorsi di numerosi precari e le proteste del Cimo Sicilia che ha paventato il rischio nullità delle recenti assunzioni effettuate da Asp ed ospedali siciliani, arriva ora una nuova direttiva del 6 ottobre a firma dell’assessore alla Salute (clicca qui per leggerla).
«Finalmente interviene provando a chiarire le idee ai dg», sottolinea la segreteria regionale del sindacato dei medici, aggiungendo: «Avevamo lamentato come finora le Azienda Sanitarie, attenendosi a precedenti direttive, si fossero limitate allo scorrimento delle vecchie graduatorie concorsuali, con le procedure di stabilizzazione dei precari rimaste al palo».
Aggiunge il Cimo: «La nuova direttiva chiarisce che è possibile procedere anche con le procedure di stabilizzazione, pur se limitatamente a quelle previste dal DPCM 6 marzo 2015, quindi solo per coloro che avevano 3 anni di anzianità a tempo determinato al 30 ottobre 2015. Per le altre procedure, quelle previste dal Decreto Madia, in cui rientrerebbero anche i precari più recenti, quelli con almeno 3 anni di anzianità maturati dal 2013 ad oggi, si attendono fantomatici Decreti Attuativi».
Dal sindacato sottolineano: «Un’attesa che altre Regioni non stanno osservando. Ma la Sicilia è a Statuto Speciale, anzi “specialissimo” e ai nostri precari tocca attendere che si materializzi Godot. Un mezzo passo in avanti che non soddisfa del tutto, poiché se da un lato sblocca la situazione di stallo, dall’altro discrimina il precariato di più recenti creazione».
Si può dare il via libera anche alla mobilità riguardante le figure in posizione di comando o fuori ruolo, che avverrebbe attraverso lo strumento della cessione del contratto di lavoro da un’Azienda all’altra. «E anche questo potrebbe essere considerato un mezzo passo in avanti, purché si realizzi concretamente», sottolinea il Cimo.
Secondo la direttiva tutte le procedure assunzionali, dallo scorrimento delle graduatorie valide alla stabilizzazione alla mobilità, dovranno essere valutate “per quanto possibile, in un quadro sinergico e condiviso tra le varie aziende”.
Spiega il Cimo: «In pratica se un’Azienda ha una graduatoria oppure dei precari ma non dispone di posti nella dotazione organica potrebbe cederli ad altra Azienda, tramite procedura interaziendale. In questo modo nessuno dovrebbe restare fuori e queste benedette graduatorie che ormai sanno di muffa tanto sono vecchie, verrebbero, grazie al loro utilizzo condiviso, archiviate una volta per tutte. Ovviamente “per quanto possibile”, cioè a dire che non c’è alcuna certezza che ciò avvenga. Occorre che i vari DG si mettano prima d’accordo».
Dal sindacato dei medici affermano: «Ci sono troppi condizionali in questa Direttiva e non sfugge il dubbio amletico che sembra serpeggiare negli autori della stessa, ingenerato dai ricorsi legali e forse da qualche nostra osservazione: viene chiesto ai direttori generali l’invio di un Report aggiornato sulle assunzioni fatte finora, specificando se si è proceduto attraverso il ricorso a graduatoria valida ed efficace».
Da qui il dubbio che siano state utilizzate graduatorie non valide o eccedendo nella copertura dei posti senza tener conto delle riserve destinate ai precari: «In questo caso avrebbero ragione i precari che hanno fatto ricorso al TAR e sarebbero dolori», sottolinea il Cimo.
Ecco le conclusioni del sindacato: «Ci si poteva aspettare qualcosa di più, si poteva essere più chiari e si sarebbe potuto avviare il percorso di stabilizzazione di tutti i precari e non solo di una parte. Ma almeno qualche mezzo passo in avanti si è fatto. In attesa della prossima Direttiva chiarificatrice».
Sulla vicenda intervengono Enzo Munafò e Mario Di Salvo (segreteria provinciale Fials Sanità): «Precisiamo che la circolare è stata emanata in conseguenza alle richieste della delegazione ricevuta dal Capo di Gabinetto dell’assessore Gucciardi il 2 ottobre, in occasione del sit-in organizzato dalla Fials presso l’Assessorato alla Sanità. In tale occasione non era presente alcuna altra sigla sindacale, tanto meno la Cimo, di cui si apprezza comunque l’impegno e la linea tenuta in questa come in altre vertenze sindacali».
La controreplica della Cimo: «Il problema non è prendersi il merito presunto o reale delle cose, ma farle o farle fare- afferma il responsabile della comunicazione, Giuseppe Bonsignore– La Cimo così come la Fials e probabilmente qualche altro sindacato come Nursind hanno sempre remato, ciascuno per la sua parte, nella stessa direzione. È vero che in quest’ultima occasione Cimo non c’era, così come quando abbiamo manifestato noi davanti all’assessorato non c’era nessun altro. Nessuna polemica con le altre organizzazioni sindacali, quindi. Rinnoviamo soltanto l’augurio che la situazione si sblocchi veramente nell’interesse di tutti».
Infine, interviene pure Anaao Assomed, sollecitando un tavolo tecnico urgente all’assessore Gucciardi: leggi qui.