PALERMO. Proroga dei contratti, assunzioni, stabilizzazioni: tutti argomenti al centro del dibattito tra i lavoratori della sanità. Soprattutto da quando è terminata l’emergenza Covid in Italia, il problema della scadenza dei contratti si è fatto più pressante. Di fatto, in questi due anni di pandemia è stata reclutata una certa mole di personale sanitario e non (tecnici, segretari, informatici) a cui è stata promessa la stabilizzazione. Eppure anche prima che scoppiasse la pandemia erano stati assunti dei precari, i quali hanno dato pure il loro contributo durante l’emergenza Covid. Infine, ci sono i comandati, coloro che vengono chiamati da una determinata azienda per un periodo delimitato nel tempo, scaduto il quale i lavoratori dovranno tornare nella propria azienda d’origine. In merito alla priorità delle assunzioni l’indicativa del governo nazionale è quella del’art.20 comma 1 della legge Madia.
Dal punto di vista regionale, l’assessorato alla salute ha demandato alle strutture sanitarie l’onere delle stabilizzazioni o delle proroghe dei contratti in base al proprio fabbisogno. Più o meno speditamente quasi tutte le aziende sanitarie stanno procedendo in autonomia, decidendo se stabilizzare prima i comandati, i precari o coloro che sono stati assunti con contratto per l’emergenza Covid. Si attende ancora la decisione all’Asp di Palermo, dove sulla priorità per le assunzioni è in corso un confronto, con posizioni diverse, tra i sindacati.
Gli 80 comandati dell’Asp di Palermo
La situazione degli 80 comandati che la città di Palermo sta perdendo è stata sollevata dal sindacato Fials, che il 3 febbraio ha indetto una manifestazione sotto la sede dell’assessorato per chiedere l’assunzione in via prioritaria dei comandati (infermieri, tecnici di laboratorio, tecnici di radiologia, Oss). In quell’occasione la Fials è stata ricevuta dal capo di gabinetto dell’assessorato, Angela Antinoro, che ha ascoltato le istanze dei lavoratori aprendo alla proposta del sindacato di poter dare un indirizzo univoco per assumere il personale. La dottoressa Antinoro ha in seguito sensibilizzato (perché per legge non può imporre alcuna scelta al direttore generale dell’azienda) tutte le strutture ospedaliere siciliane sulla questione dei comandati. La maggior parte delle aziende sanitarie siciliane si sono adeguate alle indicazioni dell’assessorato, ma non l’Asp di Palermo che ha un grosso problema con gli Oss: 88 posti in pianta organica per 150 lavoratori tra comandati e contratti Covid.
La posizione dell’Asp di Palermo
La direttrice generale dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni, a questo punto ha convocato i sindacati (Fials, Cisl, Uil, Cgil) e ha chiesto loro di decidere quale linea di priorità seguire, come conferma ad Insanitas la stessa dg: «Sono in corso gli incontri con le organizzazioni sindacali relativamente all’ordine da seguire rispetto alle 3 diverse procedure di stabilizzazione che, in atto, possono essere espletate a favore di operatori precari- scrive- La direzione generale ha rimesso alle organizzazioni sindacali la scelta da operare, risultando alla stessa direzione utili tutte le modalità in atto previste dall’ordinamento vigente a garanzia del mantenimento all’interno dell’organizzazione aziendale di esperienze e competenze, già, maturate. Saranno, pertanto, le organizzazioni sindacali, unitamente alla direzione generale, a stabilire l’iter che sarà seguito, previo accordo delle diverse sigle sul modus procedendi e sui criteri da adottare».
Intanto, è bene precisare che la risoluzione non dovrebbe essere “rimessa” alle organizzazioni sindacali, che per legge possono consigliare ma non decidere, compito del direttore generale di qualunque azienda. Ma succede anche che le stesse organizzazioni sindacali non riescono a mettersi d’accordo sulle priorità di assunzione, con il risultato che i primi comandati stanno già tornando alle aziende di appartenenza. Ovviamente, in questa situazione, tra i comandati e i contrattisti Covid si è scatenata una disputa sugli stessi posti, con stipendi che variano tra i 900 e i 1.600 euro netti mensili in base all’esperienza maturata.
La posizione della Fials
«La dottoressa Faraoni si è ridotta all’ultimo momento, motivo per il quale l’avevo pregata di trovare un’intesa per coloro i quali stavano andando già in scadenza, perché una volta persi non possiamo più recuperarli- racconta ad Insanitas Enzo Munafò, segretario provinciale della Fials- L’Asp di Palermo è l’unica azienda che in tutti questi anni non ha mai pensato di stabilizzare i comandati, ovvero l’unica categoria che riceve un incarico solo se ci sono i posti in pianta organica, altrimenti la procedura sarebbe illegale. Quindi, i comandati come infermieri, tecnici e altre figure saranno stabilizzati perché sono previsti i loro posti, ma non è così per gli Oss che sono 25 incaricati con posizione di comando e 155 che nel frattempo hanno maturato i requisiti per le assunzioni, per un totale di 88 posti in pianta organica. L’assurdità riguarda il fatto che prima la Faraoni ha immagazzinato un sovrannumero di persone- un comandato è stato chiamato a gennaio e uno addirittura a marzo- e adesso chiede a noi sindacati di decidere chi assumere prima: quelli che hanno maturato i requisiti sanciti dall’articolo 20 comma 1 e hanno maturato i 3 anni di servizio, quelli che hanno maturato i 18 mesi oppure i comandati».
L’impasse
I sindacati in campo allora si sono incontrati e sembravano anche aver trovato un accordo, dando a Munafò l’incarico di scrivere una nota da indirizzare all’amministrazione sulle priorità da seguire, ma si arriva all’impasse. «Ho mandato questa nota alle altre organizzazioni sindacali, però la Uil ha detto che le priorità così come le avevo individuate non andavano bene, perché loro credono sia corretto stabilizzare prima coloro i quali siano stati assunti per il Covid e poi a seguire gli altri. Nella nostra nota, invece, avevo scritto che bisognava stabilizzare prima il personale comandato perché va in scadenza e dopo tutti quelli che sono stati immessi in servizio. La Cgil aveva inizialmente accolto le nostre istanze, ma non ha più voluto mandarla all’amministrazione dopo il rifiuto della Uil. La Cisl, invece, sembra essere sulla nostra lunghezza d’onda, perché secondo noi il personale Covid è stato chiamato in extra ordinem, cioè senza avere la certezza del posto in pianta organica, altrimenti verrà tutto occupato dal personale Covid e i comandati dovranno andarsene, sapendo anche che tra il 2022 e il 2023 avremo molti pensionamenti, per cui si libereranno dei posti per poter stabilizzare anche il personale Covid».
Munafò aggiunge: «Noi ci siamo trovati in difficoltà e adesso il 9 maggio ci sarà un altro incontro con la Faraoni in cui faremo la nostra proposta di dare priorità a tutto il personale comandato. Chiederemo inoltre, visto il ritardo dell’Asp di Palermo, che l’amministrazione provveda a recuperare coloro che stanno già andando via. La Cisl e la Fials sono il primo e il secondo sindacato in termini di numero di iscritti, per cui l’amministrazione non può non tenere conto della maggioranza e non può giocare ancora sul fatto che ci vogliano le firme di tutte le organizzazioni sindacali».
La posizione della Uil- Fpl
«Noi siamo d’accordo e disponibili alla stabilizzazione di tutti i dipendenti in servizio presso l’Asp a prescindere dal ruolo o dalla qualifica, ma in questo caso se diamo priorità ai comandati rischiamo di mandare a casa coloro che sono stati reclutati durante la pandemia- precisa Giuseppe Amato, segretario aziendale della Uil-Fpl – L’assessore Razza ha chiesto al direttore di trovare una soluzione per stabilizzare i precari Covid con le organizzazioni sindacali, ma la Faraoni ha scaricato su di noi un problema suo e adesso ci chiede di prenderci la responsabilità della priorità delle assunzioni. Tra i dipendenti che sono stati assunti con contratto Covid abbiamo già soggetti che hanno raggiunto i 18 mesi previsti dalla legge Madia, ci sono persone che hanno raggiunto anche i 36 mesi perché hanno lavorato prima in altre aziende».
«Per i comandati invece c’è una norma contrattuale secondo cui il dipendente ha diritto alla riferma del posto se viene attivato un concorso di mobilità, ma qui non c’è stato alcun concorso- aggiunge Amato- Non credo ci sia la possibilità di raggiungere un accordo con gli altri sindacati perché noi pensiamo di garantire chi abbia i titoli e abbia maturato i requisiti dettati dalla norma di Bilancio e dalla legge Madia. Questa è la posizione che noi terremo giorno 9 e non perché siamo contro i comandati, anzi vogliamo che siano stabilizzati, ma vedremo cosa proporrà l’azienda e quanti saranno i pensionamenti nel 2023 per assumerli tutti. Al momento però non si può mettere fuori una persona che ha lavorato 18/36 mesi per dare spazio ad una persona che comunque ha un posto di lavoro, anche se lontano. D’altronde quelli che hanno partecipato ad un concorso per Milano, Catania o Roma non sono stati obbligati a fare questa scelta di vita e andare a lavorare in un’altra regione. Oggi non si può lasciare senza lavoro una persona, per dare il posto a qualcuno che ce l’ha già, anche se non a Palermo».