I giudici della Corte dei Conti hanno assolto i vertici dell’azienda ospedaliera Civico, l’ex direttore generale Giovanni Migliore, Rosalia Muré direttore sanitario, Vincenzo Barone direttore amministrativo e Giuseppe Bono, dirigente responsabile del servizio tecnico accusati dalla procura di avere spostato attrezzature per la diagnosi delle malattie oncologiche rimaste inutilizzate.
Nel 2015 i vertici dell’azienda sanitaria nel corso dei lavori di completamento dell’edificio del nuovo polo oncologico, hanno disposto lo spostamento del reparto di medicina nucleare all’interno del seminterrato del nuovo edificio. Lì è stata portata una “Gamma Camera”, strumento indispensabile per l’attività diagnosi dei tumori nel campo della medicina nucleare,del valore di 352.000 euro. Durante le operazioni di allestimento del nuovo reparto l’impresa è fallita. Migliore, difeso dagli avvocati Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza; Lia Muré difesa dall’avvocato Pier Carmelo Russo e Vincenzo Barone e Giuseppe Bono, difesi dall’avvocato Giuseppe Ribaudo, hanno dimostrato che la causa del mancato utilizzo era il fallimento dell’impresa incaricata dell’esecuzione dei lavori che costituiva un evento imprevisto ed imprevedibile. Da qui nessuna responsabilità per i vertici dell’azienda.
La sentenza ha accolto le difese dell’avvocato Ribaudo, il quale aveva eccepito che a prescindere dall’esecuzione dell’appalto e dei ritardi imputabili all’impresa successivamente fallita, il trasferimento della medicina nucleare si era reso necessario a seguito della presunta notevole incidenza di patologie tumorali dei dipendenti dell’ARNAS , personale amministrativo che prestava servizio al piano sovrastante al Padiglione uffici e servizi.