ROMA. «Un medico deve essere sempre aggiornato perché cambia la medicina, cambiano le tecnologie a disposizione, ma cambiano anche le sfide che ci troviamo quotidianamente ad affrontare».
Il dottor Pietro Bartolo, responsabile del pronto soccorso di Lampedusa, ormai figura simbolo dell’accoglienza dei migranti, usa un termine netto per definire il ritardo nella formazione ECM emerso dai dati FNOMCeO durante l’appuntamento al Ministero della Salute, organizzato dal provider Agenas Sanità in-Formazione insieme a Consulcesi: «È assurdo che la metà dei colleghi non sia in regola».
Così, anche sul fronte della formazione, il medico vincitore dell “Orso d’oro” al Festival di Berlino con il film “Fuocoammare” è pronto a mettersi in prima linea: il dottor Bartolo entra nel comitato scientifico dell’Osservatorio Internazionale della Salute (OIS) e si occuperà di coordinare la realizzazione di uno dei progetti di ricerca e formazione che fanno parte di “Sanità di Frontiera”, l’iniziativa presentata nei giorni scorsi al Ministero della Salute, con il sostegno di Consulcesi Onlus.
«Porterò la mia esperienza sulle patologie che riguardano i migranti, davanti alle quali non serve fare allarmismo- afferma il dottor Bartolo- ma intervenire con una formazione dei medici adeguata a questa grande sfida. Prendiamo ad esempio la scabbia: sappiamo che si cura facilmente, ma se non la sia affronta con il giusto approccio può creare delle complicazioni. Per questo il medico deve essere preparato per intervenire serenamente nel modo giusto».
Bartolo si occuperà anche di curare i contenuti scientifici per i nuovi corsi FAD ECM sul provider accreditato Agenas, Sanità in-Formazione, dedicati all’assistenza sanitaria ai migranti. Tra le inedite problematiche, anche la cosiddetta “patologia dei gommoni”, così come è stata definita da Bartolo e dagli altri medici di Lampedusa.
«Oltre ad ipotermia e disidratazione, noi medici di frontiera ci ritroviamo di fronte a migranti pieni di ustioni chimiche. Questo avviene- spiega lo stesso Bartolo- da quando le famose “carrette del mare” sono state sostituite dai gommoni mono-tubolari, alimentati a benzina e non più a gasolio. Durante il viaggio è necessario fare dei rifornimenti manuali e se ne occupano direttamente i migranti. Il liquido fuoriuscito insieme all’acqua salata inzuppa i vestiti e il contatto prolungato con la pelle provoca appunto delle fortissime ustioni. A riportarle sono soprattutto le donne che vengono posizionate al centro dei barconi mentre gli uomini si stipano sui bordi, in teoria proprio per proteggerle ed evitare che possano cadere in mare».
«L’idea innovativa dei Film Formazione- spiega Giuseppe Petrella, presidente del Comitato Scientifico di OIS- è la proposta ideale per offrire una formazione continua adeguata ai medici. L’attenzione delle persone, anche quelle più interessate ad un determinato argomento, non dura più di 15 minuti. Per questo i corsi di tipo tradizionale annoiano i medici e, dunque, non servono a nulla. I film, invece, tengono alta l’attenzione per tutto il tempo. Per questo un film può essere il mezzo migliore per dare al medico le conoscenze essenziali senza che questo si annoi e perda la concentrazione».
«Per noi è motivo di orgoglio avere il dottor Pietro Bartolo nel comitato scientifico – commenta il presidente dell’Osservatorio Internazionale della Salute, Simone Colombati- Ogni fase del progetto sarà documentata da una equipe video, e sarà messa a disposizione su un apposito sito web e costituirà la documentazione per realizzare un docufilm e un video-corso ECM FAD da mettere a disposizione di tutti i medici del mondo sensibili al tema delle migrazioni e interessati a compiere un percorso di formazione e di informazione».
Con il sostegno di Consulcesi Onlus, OIS intende, infatti, sostenere il progetto MUI (Medicina Umanitaria e delle Immigrazioni) del dottor Antonino Candela, direttore generale dell’Azienda sanitaria di Palermo in cui lavora proprio Bartolo.
Sono già coinvolte 20 figure professionali tra infettivologi, pediatri, dermatologi, antropologi e personale infermieristico e «con la sensibilità dimostrata dal direttore Candela, unita alle collaborazione di Consulcesi Onlus e, ci auguriamo, anche il Ministero della Salute e la Regione Sicilia, per avere delle sicurezze in più per affrontare questo tipo di problematiche», conclude il dottor Bartolo.