PALERMO. Una lunga lettera aperta, rivolta alla politica regionale. Per chiedergli di occuparsi di alcuni punti programmatici dell’emergenza- urgenza siciliana, soprattutto della Seus 118. Mittente, il sindacato di categoria Fials, che l’ha inviata per conoscenza anche alla redazione di Insanitas.
Ecco alcuni stralci della nota, firmata da Carmelo Salamone e Sebastiano Motta del coordinamento regionale.
«Durante il governo Crocetta alcuni operatori sono stati colpiti dal provvedimento di licenziamento, “colpevoli” di essersi ammalati, perdendo quindi l’idoneità alla mansione specifica di autista- soccorritore».
«Per tal motivo noi del coordinamento regionale di Fials 118 giungemmo allo stato di agitazione. Ci venne detto che la vicenda non era facile a risolversi a causa di un delicato vuoto normativo, che legava le mani all’azienda in caso del sopraggiungere di inidoneità del lavoratore».
«Un ristretto gruppo di lavoro legato alla dirigenza Fials, formato da Carmelo Salamone, Orazio Vinciguerra, Sebastiano Motta, col prezioso apporto del deputato Salvo Giuffrida, arrivò alla stesura del ddl 1243, grazie al quale sarebbe stato colmato il vuoto normativo e dato slancio ad una nuova figura professionale: quella dell’autista- soccorritore del 118 come Tecnico dell’Emergenza Sanitaria, che opera con grande professionalità, ma che di fatto ora “non esiste”».
Tra gli altri obiettivi del sindacato: «Il riconoscimento del soccorritore del 118 quale categoria soggetta a lavoro usurante», «il contratto pubblico e la formazione professionale per i lavoratori della Seus» e «il sanare tutte le vicende legate ai licenziamenti per sopravvenuta inidoneità».
«Noi quelle basi normative le abbiamo messe su un vassoio ai tavoli dell’Ars, e lo abbiamo riproposto al nuovo governo in una miriade di richieste di convocazione che ancora non hanno ottenuto responso».
La Fials, quindi, lancia un appello: «Confidiamo nella sensibilità del nuovo governo regionale, soprattutto dell’assessore Razza. Quelle dei lavoratori del 118 siciliano sono richieste legittime, come ad esempio sistemi incentivanti di reperibilità e la contrattazione integrativa aziendale».