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Dal palazzo

La protesta

«Sanità siciliana, discriminazioni inaccettabili nelle stabilizzazioni dei precari»

Cimo e Fesmed puntano l'indice contro i criteri difformi adottati dalle singole aziende sanitarie, alcune delle quali escludono i rapporti Co.co.co. e libero-professionali.

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PALERMO. «Non è una novità assoluta, né ci poteva attendere diversamente in un momento storico in cui il nuovo governo regionale non si è ancora insediato e non abbiamo ancora il nuovo assessore della Salute, ma da questo al ‘liberi tutti e avanti in ordine sparso’ ce ne corre». Così, in una nota congiunta, il segretario regionale CIMO (Confederazione Italiana Medici Ospedalieri) Giuseppe Bonsignore e il presidente regionale della Federazione CIMO-FESMED (Federazione Sindacale Medici Dirigenti) Riccardo Spampinato.

«Tuttavia, è proprio quello che stiamo registrando in questi giorni evidenziano i due sindacalisti- a proposito delle procedure di stabilizzazione previste dalla Legge di Bilancio 2022, quelle, per intenderci, che dovevano rappresentare una -sorta di premio per il personale sanitario e sociosanitario che è stato impegnato durante l’emergenza pandemica. Al contrario di quanto avvenuto in passato con le stabilizzazioni frutto dell’ormai famoso Decreto Madia, per accedere a questa nuova tornata di superamento del precariato basta essere stato assunto a tempo determinato con procedura concorsuale ed avere accumulato adesso un’anzianità di servizio alle dipendenze di un ente del SSN pari non più a 36 mesi ma soltanto di 18 mesi al 30 giugno 2022 di cui almeno 6 mesi dopo il 31 gennaio 2020».

«Accade adesso che, in mancanza di specifiche linee guida emanate dalla Regione- sottolineano Bonsignore e Spampinato- le aziende sanitarie siciliane stanno utilizzando criteri difformi le une dalle altre con il rischio di combinare un vero e proprio pasticcio giuridico. Se in alcune aziende, pur rispettando il requisito attuale del contratto a tempo determinato, viene fatta valere ai fini della stabilizzazione anche l’anzianità acquisita con rapporti di lavoro flessibile (cococo e libero professionale) in altre aziende viene conteggiato solo il periodo a tempo determinato. Quindi un medico precario all’azienda Policlinico di Palermo verrà stabilizzato mentre il suo omologo in possesso di identici requisiti ma in servizio a Villa Sofia-Cervello verrà rispedito a casa, e questo solo per fare un esempio».

«Siamo in presenza di una discriminazione inaccettabile– concludono Bonsignore e Spampinato- che peraltro apre ovviamente le porte al contenzioso e rischia di innescare una valanga di ricorsi. Abbiamo chiesto all’assessorato di verificare quanto sta accadendo nelle ‘17 Repubbliche Autonome’ che popolano la sanità regionale e di intervenire con estrema rapidità anche in considerazione dei tempi ristretti per poter completare le procedure oggetto del contendere».

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