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Sanità, in Sicilia nuove misure per prevenire e contrastare la corruzione: ecco la direttiva di Razza

L'Assessore regionale alla Salute accende i riflettori sui rapporti che possono intercorrere tra il personale delle Aziende e i cosiddetti 'portatori di interessi' come, ad esempio, i rappresentanti di farmaci e/o di dispositivi sanitari.

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PALERMO. Dopo la convenzione dell’estate scorsa con Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), per l’applicazione in tutte le Aziende sanitarie ed ospedaliere del protocollo anticorruzione sostenuto dall’Anac, in Sicilia arrivano misure ancora più stringenti per contrastare, prevenire- ed isolare- gli eventuali episodi di corruttela in corsia.

Con una propria direttiva- inviata ai Commissari delle Aziende del Sistema sanitario regionale e per conoscenza, all’Anac, all’Aifa e all’Agenas, nonché al Presidente della Regione – l’Assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, accende infatti i riflettori sui rapporti che possono intercorrere tra il personale delle Aziende e i cosiddetti ‘portatori di interessi’ come, ad esempio, i rappresentanti di farmaci e/o di dispositivi sanitari.

Nel documento, in particolare, si chiede che venga regolamentata in ciascuna delle strutture sanitarie regionali la “modalità di accesso degli informatori scientifici sia del farmaco che degli integratori e/o dei fornitori (o potenziali tali) di presidi sanitari, prevedendo forme di rendicontazione ufficiale da trasmettere alla Direzione aziendale”.

C’è di più, secondo la disposizione varata da Razza, le informazioni che verranno raccolte “dovranno essere incrociate, previa formale trasmissione, con quelle in possesso delle Autorità di regolazione del settore, cioè dall’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco)”.

La direttiva contiene anche un modulo per l’autocertificazione con una serie di quesiti che dovrà essere adottato dalle aziende per “acquisire dichiarazioni pubbliche di interessi da cui si evincano rapporti- anche non attualmente in essere- tra il personale e soggetti terzi (es. Società scientifiche, case editrici in ambito medico sanitario, aziende farmaceutiche o di dispositivi medici etc.); eventuale ricezione- diretta o per tramite di enti o organizzazioni- di contributi, strumentazione sanitaria, partecipazioni gratuite a corsi, convegni e/o iniziative in cui sponsor sono le Aziende farmaceutiche o di fornitura di presidi sanitari; fornitura farmaci o altro genere di supporto non dovuto”.

Il questionario chiede di sapere anche “se il professionista abbia partecipato, in qualità di relatore e/o organizzatore, ad eventi organizzati da case farmaceutiche o produttrici di presidi sanitari; se abbia partecipato o contribuito alla progettazione di un farmaco/dispositivo; se abbia interessi finanziari in aziende fornitrici del S.S.N.; se abbia rapporti di parentela e/o affinità o convivenza more uxorio con soggetti la cui attività è correlata alle prestazioni di servizi nei confronti delle Aziende del S.S.R.; se sia membro o componente di comitato scientifico di Fondazioni o altre persone giuridiche senza scopo di lucro”.

La misura è stata allargata anche ai rappresentanti legali delle Onlus e/o associazioni senza scopo di lucro che operano presso le Aziende del Sistema sanitario regionale che saranno chiamati a sottoscrivere una dichiarazione in cui dovranno essere indicati i finanziamenti pubblici ricevuti.

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