Pte San Vito Lo Capo

Dal palazzo

L'appello a Razza e Musumeci

San Vito Lo Capo, il sindaco: «Il Presidio territoriale di emergenza non deve essere chiuso»

L'intervento di Giuseppe Peraino sul paventato stop al PTE, previsto a giugno del 2020.

Tempo di lettura: 3 minuti

TRAPANI. «Questa amministrazione comunale continuerà a battersi per cercare di impedire la chiusura del Presidio Territoriale di Emergenza di San Vito Lo Capo».

Lo dichiara il sindaco, Giuseppe Peraino (nella foto), che già lo scorso 19 ottobre aveva inviato una lettera al presidente della Regione, Nello Musumeci, e all’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, manifestando preoccupazione per la paventata chiusura del PTE che, dopo l’adozione della nuova rete ospedaliera siciliana, in linea con i parametri previsti dal decreto Balduzzi, è stata stabilita per il mese di giugno del 2020. Al posto del Presidio, è prevista la collocazione di un’ambulanza con medico a bordo.

«Le leggi dello Stato vanno ovviamente rispettate- sottolinea il sindaco Peraino- ma molto spesso sono basate su calcoli analitici che non tengono conto delle situazioni particolari. In un Comune con 4700 abitanti un ambulatorio che effettua circa 1500 prestazioni annue appare quasi superfluo ma così non è».

Il sindaco spiega, dunque, perché la chiusura del PTE, all’interno del quale è possibile effettuare interventi di primo soccorso o di stabilizzazione del paziente in fase critica, prima del trasporto in ospedale, arrecherebbe un danno per la salute dei suoi concittadini e dei numerosi turisti mettendone a repentaglio, in alcuni casi, anche la vita.

Da San Vito Lo Capo, il presidio sanitario più vicino, il “Sant’Antonio Abate” di Trapani, dista 45 chilometri. Essendo un Comune turistico, da maggio a settembre, il numero delle presenza cresce in maniera esponenziale: 20.000 astanti tra giugno e settembre, con punte di 30.000 tra luglio, agosto e settembre.

Da maggio a novembre, inoltre, nel territorio comunale (Riserva dello Zingaro, Monte Monaco, Baia Santa Margherita), vengono svolte le più svariate attività all’aperto, a contatto con la natura, dal trekking allo snorkeling, dalle immersioni alla arrampicate che comportano, talvolta, il verificarsi di incidenti.

La guardia medica turistica, che opera dal 15 giugno al 30 settembre con orario dalle 08.00 alle 20.00, effettua 4500 codici verdi. Per la guardia medica ordinaria (orario 20.00-08.00), invece, sono circa 5000 i codici verdi. Nel PTE, nell’arco di un anno, vengono eseguite circa 1500 prestazioni tra codici verdi, gialli e rossi. Il totale delle prestazioni sanitarie annue è quindi di 11.000.

«Con la chiusura del PTE – dice il sindaco Peraino- residenti e turisti sarebbero privati dell’unica struttura sanitaria di soccorso avanzato in grado di ricevere codici che vanno dal giallo al rosso mettendo in pericolo la vita delle persone».

«La presenza di un’ambulanza con medico a bordo- aggiunge il sindaco- non è sufficiente per garantire una prestazione adeguata ed ottimale: bisogna considerare i tempi di percorrenza per raggiungere il “Sant’Antonio Abate”, specialmente nel periodo estivo. E poi l’ambulanza, sarebbe assente per diverse ore dalla sua postazione tutte le volte che dovrà portare un paziente a Trapani o soccorrere un turista o un escursionista ferito».

«Per non parlare- conclude Peraino- del fatto che la competenza medica dei sanitari che operano nel PTE ormai è riconosciuta dai cittadini che, in loro assenza, finirebbero per congestionare il pronto soccorso dell’ospedale del capoluogo anche per prestazioni da codice verde che potrebbero, invece, effettuarsi in loco con professionisti esperti».

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