Un robot che opera comandato da una consolle (da Vinci), una macchina capace di sanificare, con la sola luce, gli ambienti ospedalieri (Like strike), una “scatola magica” la WinPack che consente di monitorare a distanza quattro parametri vitali del paziente ospedalizzato cosi come un “elmetto” l’Helm eight, indossabile e wireless capace di eseguire un elettroencefalogramma.
È questo il futuro della Sanità presentato, attraverso una serie di device, da “ab medica” azienda italiana nella distribuzione di tecnologie medicale, nel suo centro di Cerro Maggiore per lo “Smart health day”.
La sede è già sinonimo di innovazione. Realizzata, o meglio, inaugurata nel 2015 lungo l’autostrada Milano Varese, su progetto dell’architetto Giuseppe Tortato, si presenta come una nave dai tagli futuristici “capace – come spiega lo stesso architetto – di volare sull’onda dell’innovazione.
E di innovazione tratta ab medica fondata nel 1984 da Aldo Cerruti tuttora presidente e oggi affiancato dalla figlia Francesca, responsabile marketing e comunicazione.
Nel quartier generale di Cerro Maggiore, a venti minuti da Milano, lavorano in circa 160 dei 250 dipendenti della società. L’interno riserva diversi spazi dedicati al benessere di chi vi lavora: sale bar, salottini, aree verdi. Le sale riunioni in cui ci si imbatte, lungo i corridoi , sono dedicati ai grandi “visionari” del cinema: Luciano Visconti, Stanley Kubrick, George Lucas e così via.
Ne va fiero il presidente Cerruti che vorrebbe realizzare, all’interno della “nave”, ancora un auditorium con tanti schermi dove presentare le novità della sua azienda.
Imbattersi nel futuro in ab medica non è difficile. L’azienda oltre ad aver acquisito, negli ultimi anni, diverse società orientate all’innovazione come Telbios, per le telemedicina o Officine Ortopediche Rizzoli per la produzione di protesi, è anche attenta alle nuove start up che nascono nel campo medico.
La piattaforma “Win@Hospital” è una di queste. La WinPack di “Win@hospital” o “scatola magica” come la chiamano gli uomini di ab medica consente dal pc del medico e dell’infermiere di monitorare in tempo reale i pazienti ospedalizzati in reparti a bassa e media intensità di cura.
Quali parametri? Ecg con 7 derivazioni, la saturometria, pressione arteriosa e la temperatura. Il device è già in uso in 70 ospedali italiani. Il costo per 4 dispositivi e software è circa 30 mila euro.
Incuriosisce nell’Health day di ab medica anche un gel o meglio una fiala di etanolo gelificato utilizzato per la cura delle ernie discali. Questo “gel” viene iniettato con una tecnica percutanea sotto controllo radioscopico al centro del nucleo polposo: dapprima si ha una disidratazione parziale, successivamente il derivato di cellulosa genera una protesi parziale molle che permane all’interno del disco.
Adatto, tengono a precisare, non per le ernie espulse ma per quella discale sia lombare che cervicale che godono di un buon collegamento con il nucleo polposo. Tutto questo sarà presto illustrato in un sito web che la società sta realizzando.
Non passa inosservata anche una colonna bianca con un piccolo incavo dove viene inserito un prelievo di 120 ml di sangue e in 30 minuti viene trasformato in colla di fibrina ricca di piastrine da utilizzare per bloccare sanguinamenti o sigillare cavità.
Certo il principe dell’innovazione nel “salotto tecnologico” di ab medica resta sempre il “da Vinci” con le sue 4 braccia nell’evoluzione “XI” con possibilità di rotarsi sul corpo del paziente per la chirurgia multiquadrante e con una telecamera, oggi, capace di acquisire immagini in fluorescenza.
Ben presto dovrà competere con il Vinci SP per le procedure chirurgiche urologiche indicate per un singolo accesso. Bisturi, pinse e telecamera, usciranno tutti da un’unica porta. Il “da Vinci SP” ha ottenuto l’autorizzazione dalla Food and Drug Administration statunitense. A produrlo è sempre la Intuitive Surgical Inc.
L’INTERVISTA
Francesca Cerruti (direttore comunicazione di ab medica spa), come vede il futuro della sanità?
«Sarà una combinazione di eventi. La tecnologia diventa sempre più alla portata di tutti. Sta facendo dei passi in avanti molto velocemente e in modo incredibile. Vedi le connessioni, la sicurezza e la stabilità delle stesse; vedi i device sempre più piccoli. In ambito sanitario vedo il medico connesso ad altri medici, vedo il territorio connesso tramite apparecchiature e tecnologie. Vedo il cittadino sempre più consapevole. Abbiamo, oggi, la fortuna di poterci informare, abbiamo la fortuna di poter scegliere qual è la struttura ospedaliera e la tecnologia più adatta al nostro trattamento. E, il medico ha alla sua portata molte tecnologie e diverse tecniche operatorie. Per cui vedo un cittadino che può fare delle scelte sapendo cosa sta scegliendo. Vedo un mondo in cui la giusta tecnologia assiste un medico esperto e formato. Il tutto porta alla personalizzazione della cura. Il cittadino è più esperto e consapevole delle opportunità».
Ma non tutti gli ospedali possono permettersi l’alta tecnologia?
«Potenzialmente sì. Tutti gli ospedali possono acquistare tecnologia programmando l’investimento e accedendo a finanziamenti e agevolazioni ma soprattutto programmando la gestione e l’ottimizzazione. Bisogna dare un senso all’acquisizione fatta».
Come sarà a suo avviso il medico 4.0?
«Credo che prima di tutto debba mantenere il contatto con il paziente che la tecnologia rischia di far perdere. Di contro il buon utilizzo della tecnologia può aiutare il medico a diagnosticare più in fretta e meglio. Avrà possibilità di connettersi con il paziente al domicilio e con altri colleghi magari più esperiti, e avrà disposizione una serie di device che potrà utilizzare. Quindi con l’ottimizzazione della tecnologia la macchina e la valigetta del medico possono essere sostituiti dai device. Oggi, siamo già abituati a vederci allo schermo, culturalmente potremmo essere già pronti a guardare anche il medico dall’altra parte dello schermo». (vl)