CALTANISSETTA. Rischiava di perdere un braccio, ma grazie al lavoro dei chirurghi vascolari e degli ortopedici dell’ospedale Sant’Elia una ragazza è salva e potrà tornare a condurre una vita normale.
La giovane, una ventenne di Villarosa, lunedì pomeriggio era a bordo della sua automobile quando, probabilmente a causa di un malore, ha perso il controllo del mezzo che, dopo essere uscito fuori strada si è ribaltato.
La ragazza dell’accaduto non ricorda quasi nulla, se non un intenso dolore al braccio. Purtroppo, infatti, quando il veicolo è uscito fuori strada, il braccio della ventenne è rimasto incastrato tra le razze del volante, cosa che ha determinato una vera e propria distruzione dell’arto.
Quando la giovane è arrivata al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Elia la situazione è apparsa subito critica. Una volta fatta la consulenza da parte dei chirurghi vascolari si è deciso di intervenire immediatamente cercando di salvare l’arto ed evitare il peggio.
«La ragazza- spiega il direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Cardiovascolare, Nicola Reina– presentava lesioni vascolari importanti e lesioni ossee. Diverse e importanti le fratture nella parte del gomito ma ciò che più preoccupava era la compromissione dei vasi sanguigni. Un intervento difficile e molto complesso che, per fortuna, si è concluso nel migliore dei modi».
L’intervento è durato circa 5 ore. In sala, oltre al primario Reina, era presente un’intera equipe composta dai chirurghi vascolari Michele Savaia, Filippo Calì, Salvina Diliberti, Pietro Machì, gli ortopedici Massimo Siracusa e Anna Arancio, e gli anestesisti Roberto Serretta e Maria Carmela Lunetta.
Fondamentale l’apporto dei due ortopedici che hanno ricostruito e ricomposto la grave frattura con lussazione ed esposizione di frammenti ossei del gomito. «Questo nuovo intervento- sottolinea il direttore generale dell’Asp di Caltanissetta, Alessandro Caltagirone– è espressione delle professionalità presenti al Sant’Elia e della capacità dei nostri medici di esprimersi ad alti livelli all’interno di una rete del trauma dove l’ospedale nisseno riveste un’importanza fondamentale».