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Rischiava di perdere un braccio, delicato intervento all’Ospedale Sant’Elia

Una brutta frattura dell’omero aveva compromesso anche un nervo della donna. Grazie agli ortopedici dell'ospedale di Caltanissetta potrà tornare ad utilizzare l’arto.

Tempo di lettura: 2 minuti

Rischiava di perdere la funzionalità del braccio per una brutta frattura dell’omero, che aveva compromesso anche un nervo ma, grazie ad un delicato intervento in urgenza, eseguito dagli ortopedici Massimo Siracusa e Valeria Burgio, dell’equipe del dottore Giuseppe Petrantoni, direttore dell’Unità Operativa Complessa, potrà tornare ad utilizzare l’arto.

Una donna di 73 anni, D.R. le iniziali, con un braccio già paralizzato per via di un precedente ictus, si era recata nella tarda serata di ieri al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Elia dopo che si era rotta l’altro braccio, cioè l’unico che fino a quel momento aveva potuto utilizzare.

Una brutta frattura, uno di quei rari casi- se ne registrano pochi- in cui viene compromesso anche il nervo facendo perdere totalmente la sensibilità dell’arto. La donna infatti era arrivata in pronto soccorso con il braccio dolorante a causa della frattura e la mano paralizzata. Subito i medici del pronto soccorso, dopo gli accertamenti, hanno trasferito la donna al reparto di Ortopedia dove, intorno alle 22, ha avuto inizio il delicato intervento.

«La frattura dell’omero che presentava la paziente– spiega il dottore Massimo Siracusa- ha provocato un deficit del nervo radiale da incarceramento a causa della frattura particolarmente complessa e scomposta. Insieme alla dottoressa Valeria Burgio abbiamo eseguito un delicato intervento di isolamento e sbrigliamento del nervo, che si era incarcerato tra i monconi di frattura, e, dopo averlo accuratamente liberato dalla sede di imbrigliamento, abbiamo dato la possibilità al nervo di riprendere a funzionare , dando così la prospettiva alla paziente di una guarigione senza danni neurologici».

«L’intervento è stato eseguito in tarda serata, è iniziato alle 22.15 ed è terminato dopo circa due ore. Se non fosse stato eseguito in urgenza il danno sarebbe stato irreparabile. La tempestività dell’intervento e la corretta tecnica dell’esecuzione sono stati i presupposti per garantire il recupero alla paziente stessa. Per altro si trattava di una paziente- conclude Siracusa- che presentava dall’altro lato una paresi da ictus e dunque la funzionalità di quell’arto era di vitale importanza».

Fondamentale anche la professionalità dell’anestesista Salvino Asaro nel gestire una paziente molto critica poiché gravata da una pregressa patologia neurologica e cardiaca.

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