PALERMO. Un evento formativo per confrontarsi sui nuovi scenari terapeutici nei tumori nelle donne, in un setting tutto al femminile che ha dato grande attenzione a tutti gli aspetti legati al percorso di cure della paziente oncologica, compresi quelli psico- emozionali e di vita sociale.
Il 3 e 4 novembre si è svolta al Circolo Unificato a Palermo la terza edizione di “WOW-Working On Woman. Donne che parlano di Donne” con responsabili scientifici la professoressa Maria Rosaria Valerio e la dottoressa Vita Leonardi (segreteria organizzativa e provider Ecm: Collage S.p.A.). CLICCA QUI per il video
«Una faculty di donne che hanno parlato di patologie oncologiche femminili- commenta la dott.ssa Vita Leonardi– Un momento di condivisione con le pazienti, per farle sentire meno sole. Il lavoro dell’oncologo non deve essere solo di somministrazione terapeutica ma deve avere una ricaduta in termini emozionali e proprio per questo si è svolto anche il talk show «Io barcollo ma non mollo: la voce ai pazienti» condotto da Maria Grazia Cucinotta».
«Un focus specifico è stato dedicato ai nuovi scenari terapeutici nel tumore alla mammella- spiega la prof.ssa Maria Rosaria Valerio– Oggi per la malattia HER-2 positiva nella maggior parte dei casi ci sono trattamenti neoadiuvanti, farmaci in grado di ottenere un’elevata percentuale di risposte patologiche complete. Anche nella malattia triplo negativa l’introduzione dell’immunoterapia nel setting precoce permette di ottenere elevate percentuali di risposte patologiche complete che si traducono in un miglioramento della sopravvivenza. Novità anche per la cura della malattia luminale: per ridurre il rischio di ricaduta esiste l’opportunità di utilizzare, insieme alla chemioterapia, alla ormone-terapia anche una nuova categoria di farmaci, cioè gli inibitori delle chinasi ciclina-dipendenti che hanno contribuito ad aumentare i tassi di guarigione».
Anche nel carcinoma dell’ovaio la ricerca negli ultimi anni ha contribuito notevolmente. «Gli inibitori di Parp si aggiungono all’armamentario per il trattamento del cancro ovarico- spiega la dottoressa Daniela Sambataro, direttore U.O.C. Oncologia medica dell’ospedale Umberto I di Enna- in strategia di mantenimento, insieme alla chemioterapia, hanno cambiato le curve di sopravvivenza anche per le pazienti con geni BRCA mutate. Purtroppo nella patologia platino resistente, cioè con recidiva, le opportunità sono ancora quelle della chemioterapia però si affacciano all’orizzonte nuovi farmaci come gli anticorpo coniugati che hanno dato dei risultati promettenti e che aprono scenari futuri migliori».
Ancora non esistono molti modi per prevenire il tumore all’ovaio e il pap test non serve per individuarlo. Il 30% di questi tumori è ereditario. «È necessario individuare le famiglie che sono portatrici dei geni BRCA1 BRCA2- spiega Vanda Salutari, Specialista UOC Ginecologia oncologica Università Cattolica del Sacro Cuore, Policlinico Gemelli di Roma- ed eseguire il test molecolare sul tessuto tumorale della paziente, per capire il trattamento mirato da eseguire e individuare l’alterazione dei geni BRCA1 e BRCA2. Successivamente si può avviare una consulenza oncogenetica per verificare se l’alterazione presente nel tumore è presente anche nel sangue, quindi se c’è la possibilità di avere ereditato la predisposizione e a sua volta di trasmetterla nella propria famiglia».