Dal palazzo Pubbliredazionale

L'iniziativa

Multidisciplinarietà nel trattamento del tumore uroteliale: Corso ECM all’Arnas Civico

Si terrà lunedì 12 dicembre dalle 9 alle 16.30, coordinatori scientifici Livio Blasi e Gianfranco Savoca, provider Italian Medical Research. Ecco il programma.

Tempo di lettura: 2 minuti

PALERMO. “Multidisciplinarietà nel trattamento del tumore uroteliale”: è il Corso residenziale ECM che si terrà all’Arnas Civico di Palermo (aula multidimediale) lunedì 12 dicembre dalle 9 alle 16.30. L’obiettivo formativo dell’iniziativa (provider: Italian Medical Research) è l’applicazione nella pratica quotidiana dei principi e delle procedure dell'”evidence based practice” e i destinatari sono il medico chirurgo (tutte le specializzazioni), il biologo e il farmacista (CLICCA QUI per il programma). Responsabili scientifici sono i dott.ri Livio Blasi (a sinistra nella foto) e Gianfranco Savoca (a destra).

«Il tumore della vescica è una patologia oncologica che è stata trattata con chirurgia e chemioterapia- sottolinea Livio Blasi  Oggi ci troviamo di fronte ad un cambiamento epocale con l’avvento dei trattamenti personalizzati e con l’istituzione dei team multidisciplinari per cui è cambiato l’atteggiamento di curare il tumore vescicale prediligendo in molti pazienti la fase chemioterapica prima dell’intervento chirurgico, con beneficio clinico e sulla qualità di vita. Nella fase di tumore localmente avanzato e metastatica, fino a poco tempo fa, la chemioterapia era l’unica arma a disposizione dell’oncologo per curare la malattia . Oggi abbiamo a disposizione un trattamento con l’utilizzo di avelumab, un immunoterapico che rappresenta lo standard di cura come terapia di mantenimento in quei pazienti che non sono andati in progressione durante la chemioterapia».

Interviene pure Gianfranco Savoca: «Il tumore uroteliale rappresenta il 3% di tutti tumori ed il secondo tumore in ambito urologico dopo il carcinoma della prostata. Si manifesta prevalentemente in vescica ed è una malattia che se trattata in fase precoce ha un’ottima prognosi con interventi minimamente invasivi. Viceversa in fase avanzata ha una prognosi spesso infausta se non trattata adeguatamente. Le nuove terapie hanno consentito un miglioramento della prognosi anche dei tumori localmente avanzati e metastatici. Da qui la necessità di un confronto tra tutti gli specialisti- urologo, oncologo, radioterapista, anatomopatologo e psicologo- per una diagnosi precisa e una migliore terapia. Abbiamo voluto incontrare gli specialisti e l’associazione dei pazienti per sottolineare il ruolo del TMD nella presa in carico del paziente affetto da carcinoma vescicale, sicuri che la gestione multidisciplinare possa migliorare la cura di questa malattia».

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