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ASP e Ospedali

Il caso

Pronto soccorso di Enna, carenza di medici e attese anche di 12 ore

La Cisl Medici suggerisce che vengano coinvolti anche i colleghi degli ospedali periferici e auspica la mobilitazione della politica.

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In apnea il Pronto soccorso di Enna, il reparto d’emergenza è oramai sottorganico da diversi mesi e a risentirne- come capita in tutti i nosocomi siciliani- sono gli utenti che rimangono inchiodati alle sedie e alle barelle anche dodici ore, come ci hanno raccontato alcuni di loro. Tra una prestazione, una refertazione e il trasferimento nel reparto indicato, il tempo sembra fermarsi e molti arrivano al mattino e a mezzanotte non sanno ancora il “verdetto”. A lanciare un grido d’allarme adesso è anche la categoria medici con l’intenzione di sensibilizzare la politica e la comunità.

Il piano regionale prevede il mantenimento dei quattro nosocomi e quindi dei quattro Pronto soccorso, ma non c’è stato un contemporaneo impegno a rimpinguare gli organici. Non basta dunque lasciare in vita le strutture senza il numero adeguato del personale.

Di recente- come ci dicono- sono stati assunti, quali vincitori di concorso, medici d’emergenza ma sono stati dirottati negli ospedali della provincia, che hanno un carico certamente ridotto rispetto a Enna mentre all’Umberto I che boccheggia, si tenta di “ammortizzare il problema” disponendo ai medici di altri reparti di sopperire i turni vacanti. I reparti che finora sono stati coinvolti dalla Direzione- con un ordine di servizio- sono in ordine: Medicina, Cardiologia e ora è il turno di Neurologia. Altri reparti si sono rifiutati di aderire.

Carenza di personale al pronto soccorso, la proposta della Cisl Medici

Una domanda nasce spontanea: considerata la grave carenza di personale medico al Pronto soccorso di Enna, perché i medici vincitori di concorso per l’area Emergenza sono stati trasferiti in altri presidi? 
In questi giorni la direzione sanitaria dell’Asp incontrerà le sigle sindacali di comparto per discutere del problema, abbiamo dunque chiesto conferma di tale importante appuntamento al rappresentante aziendale della Cisl Medici, Roberto Grimaldi, che ha risposto: «Non sono a conoscenza dell’incontro, i sindacati dei medici non siamo stati invitati a partecipare a nessuna riunione».

Altra questione sulla quale riflettere è che sono chiamati a sopperire a questa carenza gli specialisti di altre branche che non hanno la specificità per occuparsi di medicina e chirurgia d’urgenza, almeno non tutti. È dunque la soluzione migliore? Cosa propone la Cisl medici? «Innanzitutto- spiega il rappresentante aziendale della Cisl Medici- che vengano coinvolti anche i colleghi medici degli ospedali periferici. Il rischio è che vadano in sofferenza altri reparti dell’Umberto I, privati dei loro medici. Per fare un esempio concreto, nel reparto da cui stanno attingendo adesso i medici- la Neurologia- vi è la Stroke Unit con la guardia attiva che potrebbe non essere più garantita recando un forte disagio a molti pazienti».

Il medico sindacalista conclude: «Invito la cittadinanza e le autorità- come avviene negli altri Comuni ennesi dove vi sono comitati molto attivi- a prendere coscienza di questo grave disagio e assumersi, nel caso dei rappresentanti politici, le proprie responsabilità sulle difficoltà che attraversa oggi la sanità ennese e i suoi medici».

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