«Un primo passo per salvaguardare il diritto alla salute dei cittadini siciliani e i posti di lavoro degli oltre 15mila operatori delle strutture della specialistica accreditata esterna siciliana è stato compiuto. Oggi con l’assessore alla Salute Giovanna Volo abbiamo trovato un’intesa di massima sulla ristorazione parziale dei costi sostenuti in extrabudget per l’erogazione delle prestazioni in convenzione per il 2022. Con i 21 milioni di euro individuati dalla Regione copriremo due terzi della spesa sostenuta nello scorso anno, scongiurando il fallimento delle nostre strutture».
Lo affermano i coordinatori del CIMEST (Coordinamento Intersindacale di Medicina Specialistica ambulatoriale di territorio), Salvatore Gibiino (nella foto) e Salvatore Calvaruso, al termine dell’incontro di oggi tra l’assessore alla Salute della Regione Sicilia e i rappresentanti delle diciassette organizzazioni sindacali che compongono l’Intersindacale della Specialistica Accreditata Esterna. In un comunicato stampa post-vertice l’assessore Volo ha parlato di intesa vicina (CLICCA QUI).
«Apprezziamo la grande disponibilità mostrata dall’assessore Volo– proseguono Gibiino e Calvaruso- nel voler individuare le risorse e le modalità per superare questa disfunzione del sistema sanitario regionale e siamo convinti che potremo trovare le soluzioni opportune per continuare a garantire il diritto alla salute dei siciliani, nonostante ad oggi non sia ancora stata trovata l’intesa sui fabbisogni per il 2023. La Regione finora ha individuato risorse per 11 milioni che non sono assolutamente sufficienti a coprire lo sforamento di budget previsto in 40-50 milioni. In questo modo sarà difficile per noi continuare a erogare prestazioni dopo il 20 di ogni mese».
«Registriamo però- concludono i coordinatori del CIMEST- l’impegno da parte dell’assessorato nell’individuare ulteriori risorse attingendo al Fondo sanitario indistinto stanziato dal Ministero della Salute per l’abbattimento delle liste d’attesa nel pubblico e nel privato e ci auguriamo che la ripartizione delle risorse (lo 0,3% del Fondo) avvenga in proporzione alla percentuale di prestazioni erogate. La categoria rimane in uno stato di allerta perché è necessario proseguire l’interlocuzione in modo che si possa trovare una soluzione che ci consenta di continuare a tutelare il diritto alla salute dei siciliani e la sopravvivenza delle nostre strutture».