Inaugurata al Mu.Me Museo Regionale di Messina, la mostra fotografica “Cuori intatti”, dedicata a promuovere l’importante tema della prevenzione oncologica. L’iniziativa realizzata dal maestro Fabrizio Villa e organizzata dall’Andos Catania e dall’Assessorato regionale alla Salute, rimarrà in città fino al 29 agosto, prima di fare tappa a Palermo. L’obiettivo è quello di sensibilizzare la popolazione sulla necessità di sottoporsi agli screening, attraverso le fotografie di donne e uomini, che portano sul proprio corpo le cicatrici legate alla dura battaglia contro il cancro.
Ad aprire la cerimonia, presentata dal giornalista Massimiliano Cavaleri, è stato Orazio Micali, direttore del Mu.Me che ha dichiarato: «Salute e arte rappresentano un binomio molto importante, come abbiamo visto nelle scorse settimane, quando abbiamo accolto la proposta dell’ASP di Messina, di creare un hub vaccinale per alcune sere, all’interno del nostro museo. Abbiamo contribuito a quel momento con una ricca esposizione di opere d’arte, per accompagnare i partecipanti durante tutte le tappe della vaccinazione, aiutando a curare il corpo e lo spirito. E lo stesso faremo in questa occasione, integrando le toccanti foto di Fabrizio Villa con opere presenti nel nostro museo». L’esposizione, ha ricordato il direttore, sarà visitabile gratuitamente durante i giorni e gli orari di apertura del museo, dalle ore 9.30 alle 19, escluso il lunedì, e domenica dalle 9.30 alle 13.30.
Bernardo Alagna, direttore generale dell’ASP di Messina, ha ribadito la necessità di tornare a parlare di prevenzione, dopo il periodo di stop dovuto all’emergenza Covid: «Purtroppo ci aspettiamo un aumento di queste patologie dovuto ai rallentamenti causati dalla pandemia. L’idea di organizzare questa mostra all’interno di un museo, rappresenta un’intuizione ben riuscita e mi auguro che venga visitata da un numero notevole sia di donne, che di uomini». Presente Salvatore Giuffrida, direttore generale del Cannizzaro di Catania che si è congratulato per la scelta della sede e ha sottolineato il valore dell’iniziativa: «Quando si trova un professionista come Fabrizio Villa, che è in grado di suscitare così tanta commozione, significa che si è riusciti a colpire nel segno, trasmettendo con le immagini quello che riesce a fare la buona sanità».
Successivamente Edda Paino, direttore Dipartimento di prevenzione dell’ASP di Messina, ha raccontato come la sua richiesta di allestire l’esposizione all’interno del Mu.Me sia subito stata accolta con entusiasmo da parte del dott. Micali; mentre Elisa Gerbino, Dirigente Ufficio Speciale Comunicazione dell’Assessorato alla Salute, ha portato i saluti di Daniela Segreto Dirigente Responsabile di tale Ufficio, soffermandosi sul rilievo delle azioni di prevenzione. Uno spaccato delle conseguenze causate dal Covid sulla programmazione degli screening è stato poi fornito da Rosaria Cuffari, Responsabile UOS Centro Gestionale Screening dell’Asp di Messina, che evidenziato il numero ridotto di esami che è stato possibile realizzare.
La mostra è stata fortemente voluta da Francesca Catalano direttore UOC di Senologia del Cannizzaro che ha illustrato il senso dell’iniziativa: «Quando abbiamo dato vita a questo progetto con Andos Catania, volevamo fare qualcosa per quelle donne che portano una cicatrice dell’anima, che sono guarite, ma che non dimenticano il momento in cui hanno dovuto fermare la propria vita, a causa del tumore. Si tratta di donne anche molto giovani, che stavano programmando il proprio matrimonio o una gravidanza. Sono immagini di speranza, in cui nessuna di loro ha provato pudore a mostrarsi di fronte la macchina fotografica, perché hanno capito il vero valore della mostra: quello di promuovere la cultura della prevenzione».
A livello locale, polo di riferimento per la provincia di Messina, è la Brest Unit del P.O. di Taormina, di cui è responsabile la dott.ssa Luisa Puzzo: «I numeri relativi al tumore alla mammella- ha spiegato- sono impressionanti, perché parliamo di 50.000 donne ogni anno. Oggi sono stati fatti tanti progressi, ma soprattutto è stato rilevato che farsi curare nelle Breast Unit, dove è presente un team multidisciplinare in grado di assistere il paziente a 360 gradi, aumenta la probabilità di guarire del 18% in più».
Prima del taglio del nastro che ha aperto le porte della mostra, densa di commozione è stata la testimonianza di Charlotte, una giovane paziente della dott.ssa Puzzo, che ha scoperto di essere stata colpita da un carcinoma, l’anno scorso dopo un aborto. «Vorrei esortare tutti a controllarsi, perché sono fatti lontani, finché purtroppo non ci toccano da vicino- ha dichiaro la ragazza- Oggi, grazie al centro specializzato San Vincenzo di Taormina che mi ha curato, sono viva, guardo al futuro e spero presto di poter diventare madre».