PALERMO. Una giornata densa di emozioni, di gioia e di commozione, quella che si è svolta oggi, 9 giugno, al Policlinico universitario di Palermo grazie alla visita dell’arcivescovo mons. Corrado Lorefice. Dapprima l’incontro che si è svolto nell’Aula Turchetti, al quale hanno partecipato il manager del Policlinico, Fabrizio De Nicola, il rettore, Fabrizio Micari, il delegato della Scuola di Medicina e Chirurgia, Giuseppe Gallina, nonché un folto gruppo di operatori e operatrici e i cappellani dell’Azienda e dell’Università.
«Siamo felici e onorati di accogliere l’arcivescovo Lorefice- dice il manager del Policlinico- e lo ringraziamo di cuore per aver trovato, nonostante i suoi numerosi impegni, il tempo di venire a visitare la nostra struttura».
De Nicola ha messo in risalto la bontà del servizio sanitario italiano, riconosciuto anche dall’Organizzazione mondiale della sanità uno dei primi in Europa e nel mondo e ha inoltre sottolineato, con orgoglio, l’impegno degli operatori del Policlinico per garantire, pur tra tante difficoltà, l’umanizzazione delle cure cioè l’attenzione alla persona malata nella sua totalità, fatta di bisogni organici, psicologici e relazionali.
I vertici universitari hanno evidenziato la peculiarità della Scuola di Medicina rispetto alle altre facoltà dell’Università e la maggiore complessità derivante dal dover contemperare la necessità di rispondere ai bisogni degli studenti da una parte e dei pazienti dall’altra.
L’arcivescovo ha concluso il momento di riflessione in aula ringraziando tutto il personale per l’impegno quotidiano dedicato ai pazienti bisognosi di cure e ha paragonato la vocazione medica a quella sacerdotale: sia il medico che il prete rispondono a una “chiamata”ad aiutare gli altri quando soffrono per malattie o disagi.
Al temine dell’incontro, monsignor Lorefice, insieme a una delegazione aziendale, ha visitato alcuni reparti del dipartimento di oncologia e di medicina, dove ha incontrato numerosi pazienti ricoverati e loro familiari, a cui non ho fatto mancare una parola di conforto, una preghiera e un abbraccio.