MESSINA. “Il 2019 ha caratterizzato anche in termini delle risorse umane la nostra Azienda: abbiamo completato la dotazione organica, con numeri importanti, ovvero 2.049 persone tra universitari e componenti di totale estrazione aziendale. Il reclutamento ha riguardato sia le aree dirigenziali mediche, che infermieri e OSS”.
Questo uno degli aspetti più salienti su cui si è soffermato Giuseppe Laganga, direttore generale del Policlinico Universitario di Messina, presentando il Report dell’attività aziendale 2019 del G. Martino, durante la conferenza Stampa svoltasi questa mattina, in concomitanza allo scambio di auguri natalizi con i giornalisti.
Un report di tutto rispetto quello dell’azienda universitaria messinese, che registra un incremento della produzione rispetto ai precedenti esercizi, con un maggior valore di 8,8 milioni di ricavi intra regionali nell’ultimo biennio (grafico 2) e vede l’aumento della mobilità extraregionale con incremento sulla produzione di 3,5 milioni nell’ultimo biennio (grafico 3).
Quest’ultimo punto evidenzia un’indiretta certificazione dell’attrattività dell’azienda per i pazienti residenti nelle regioni limitrofe. Molto importante anche il raggiungimento degli obiettivi principali previsti dall’Agenas per le aziende sanitarie, ovvero l’ottemperanza degli indicatori per alcune delle voci ritenute essenziali dal programma nazionale Esiti, quali il trattamento chirurgico della frattura di femore – operato in quasi il 100% dei casi entro le prime 48 ore – la riduzione dei parti cesarei primari e la tempestiva effettuazione di PTCA nell’infarto miocardioco acuto ( IMA – STEMI) determinante per il corretto funzionamento della rete tempo-dipendente dedicata. Sul punto la rilevazione di gennaio-novembre 2019 attesta, infatti, il raggiungimento dello standard nell’89,17% dei casi (ovvero 107 su 120 ) contro la media nazionale del 71,66%.
Buona anche la rilevazione da gennaio-giugno 2019 per la “colecistectomia laparoscopica” con degenza post. op entro 0-3 gg che, attesta il raggiungimento dello standard nel 94,06% dei casi contro la media nazionale del 75,61.
Accanto a questo spicca un ricco ventaglio di iniziative che hanno qualificato l’azienda, dal nuovo Hospice, per cui si sono conclusi i lavori di adeguamento strutturale, volti a garantire il massimo comfort agli utenti-pazienti in linea con una spiccata umanizzazione delle cure. Sul punto, il manager annuncia l’inaugurazione dell’Area il 15 gennaio prossimo.
E ancora il progetto “Policlinico Bello” orientato al miglioramento della qualità percepita (customer satisfaction), alla gestione robotizzata del farmaco, volta a ridurre “il rischio degli scaduti” ed a migliorare la distribuzione dei farmaci in sicurezza.
Non è mancata anche l’attenzione all’ambiente: il risparmio di energia elettrica è possibile grazie al progetto Jessica, che consiste in un piano di efficientamento energetico, per un valore di 9,5 milioni di euro. Si apre, così, una nuova era in grado di coniugare risparmio per le casse aziendali e rispetto per l’ambiente, grazie alle nuove tecnologie in corso di installazione, che consentiranno di non tenere gli impianti sempre a pieno regime ( come invece avviene nel più dei casi).
Nel tempo stimato di un anno è prevista la sostituzione degli impianti vecchi di 50 anni. Ancora spiccano il piano di unificazione dei laboratori (oggi dislocati nei diversi padiglioni ), che riunirà in un corpo unico sia quelli delicati alla ricerca che quelli assistenziali, sancito con la delibera 463 del 20 settembre 2019, con l’obiettivo di ottimizzare diagnostica e risorse.
In corso di attivazione il progetto cardiologia, che partirà da gennaio 2020, che prevede la riorganizzazione delle attività erogate dalle UOC di Cardiologia con UTIC e UOS di Diagnostica funzionale cardiologica che, in particolare, consentirà di fare consulenza e diagnostica ecocardiografica, senza necessità di trasferire i pazienti da un padiglione all’altro, evitando sprechi di tempi e trasporti interni.
Al centro delle novità anche il progetto pilota “l’ospedale giocattolo” diretto sensibilizzare sulla donazione degli organi a partire dai più piccoli – unico nel sistema nazionale – che, grazie alla vocazione internazionale dell’azienda è esteso all’ospedale di Rabat (Marocco). Infine, è da tempo nota la rivisitazione in senso di maggior efficienza e miglioramento del Pronto Soccorso.
Soddisfatti anche il direttore sanitario Antonino Levita e il pro-rettore dell’Ateneo Messinese, prof. Giovanni Tuccari (nella foto insieme a Laganga), presenti all’incontro odierno, che sottolineano, rispettivamente “l’impegno volto ad attivare percorsi innovativi per migliorare i processi assistenziali e ad offrire parallelamente soddisfazione ai nostri qualificati professionisti”, e come “l’integrazione tra azienda e università abbia fortemente favorito lo sforzo volto ad acquisire nuove esperienze e professionalità qualificanti, soprattutto in alcuni delicati settori, solo per citarne qualcuno, dall’endocrinochirurgia alle patologie ginecologiche e si sia rivelata vincente la formula della sinergia per le decisioni importanti, assunte dal management aziendale nel collegio di direzione (l’organismo plurale, costituito dai direttori dei dipartimenti assistenziali e universitari)”.
A caratterizzare il saluto alla Stampa l’appello del manager, affinché il supporto dei media possa favorire quel cambiamento culturale, in grado di stimolare uno scatto di civiltà nell’utenza, affinché si consideri l’ospedale un patrimonio nostro e un’opportunità da custodire e non da vandalizzare.