Le ambulanze arrivano a sirene spiegate portando le vittime della calamità appena avvenuta in una grotta dell’Etna. Sull’elipista di via Santa Sofia atterra anche l’elicottero del 118 trasportando i feriti più gravi, mentre numerosi pazienti coinvolti nel crollo dell’edificio 10 dell’Universita’ di Catania corrono chiedendo soccorso alla struttura.
E’ solo una maxi-esercitazione, una simulazione per testare l’efficienza del pronto soccorso del Policlinico etneo che aprirà ufficialmente alla città il prossimo 18 novembre. Ma tutta la macchina dell’emergenza e’ attiva intorno alla struttura già dalle 10.30 del mattino: oltre ai sanitari e non sanitari, gli elicotteri del 118, hanno partecipato gli uomini e i mezzi aerei guardia di Finanza e della polizia di Stato, i volontari del corpo nazionale Soccorso Alpino con il supporto del dipartimento di Protezione civile. Tutti sotto il patrocinio dell’assessorato regionale alla Sanità, dell’Università degli Studi di Catania e il coordinamento dell’azienda Policlinico Vittorio Emanuele e della Scuola di specializzazione di Anestesia e Rianimazione dell’università di Catania.
“Voglio ringraziare tutto il personale medico e sanitario che si e’ speso in queste settimane con tutta la propria competenza affinché’ questo presidio fosse operativo nel più breve tempo possibile – dice soddisfatto l’assessore Ruggero Razza – E’ una bella pagina per la sanità catanese e siciliana in generale perché è contestuale alla fase finale della messa in appalto del pronto soccorso dell’ospedale Cervello di Palermo. Avevamo promesso al momento dell’insediamento che i pronto soccorsi sarebbero stati un punto cardine dell’azione di Governo e questa è la prova dei fatti”.
“Per tradizione la Scuola di specializzazione di Anestesia e Rianimazione – ha spiegato il direttore Marinella Astuto – ha sempre organizzato delle maxi-emergenze. Lo abbiamo fatto a Lampedusa per i migranti e in molte altre occasioni. Oggi abbiamo messo sotto stress il nuovo pronto soccorso del Policlinico con l’arrivo di diversi codici. Nella fattispecie io rappresento il direttore di emergenza che, ad allarme ricevuto, a cascata, ha coordinato la macchina per rendere disponibili le sale operatorie, i posti letto e tutto cio’ che e’ servito per affrontare al meglio la situazione”.
A dare qualche cifra della nuova struttura e’ il direttore Giuseppe Carpinteri: “Il pronto soccorso del Vittorio Emanuele e’ il secondo in Sicilia per numero di accessi, circa 70 mila l’anno. Ci aspettiamo gli stessi volumi. Tuttavia, rispetto al Vittorio, siamo riusciti a strutturare dei percorsi organizzati individuando un’area rossa, una shock room d’avanguardia con una tac integrata, un angiografo che potrà trattare i pazienti con politrauma con sanguinamento interno vascolare, assoluta novità in ambito siciliano. L’area verde e gialla, dove in genere affluisce il maggior numero di pazienti, e’ molto più strutturata con un potenziamento importante dei poliambulatori e una zona di osservazione temporanea dove i pazienti saranno controllati. Nel pronto soccorso ci saranno 24 monitor e telecamere visive in tutte le postazioni”.
“Un grande pronto soccorso che servirà la parte Nord e ovest della città – ha spiegato il magnifico Rettore dell’Università di Catania, Francesco Basile – Credo fermamente nella sua funzionalità e nella logica con cui e’ stato concepito, sul modello delle grandi strutture europee”.
A congratularsi per l’ottimo lavoro svolto, a fine test, sono arrivati anche il sottosegretario agli Interni, Stefano Candiani, e il presidente della Regione, Nello Musumeci.
“Oggi Catania fa scuola e diventa simbolo di eccellenza – ha detto Candiani – Non solo per la struttura all’avanguardia che ho visitato ma anche per il personale perfettamente formato e determinato. Bisogna lavorare affinché queste eccellenze non migrino fuori dall’Isola. Rinnovo i miei complimenti per l’ottimo lavoro che sta svolgendo la Regione e la Prefettura nel coordinamento del territorio”.
Per il presidente Musumeci “Siamo orgogliosi di avere rispettato la scadenza prefissata. Dopo l’entrata in funzione del pronto soccorso del Policlinico, concentreremo le nostre forze per fare diventare il San Marco punto di eccellenza entro la prossima primavera e poi l’ospedale di Siracusa che attende da oltre 20 anni. Vogliamo sconfiggere il nostro nemico numero uno, la burocrazia e ci stiamo mettendo tutti i mezzi”.