ASP e Ospedali

L'appello

Pazienti fragili negli ospedali, Vasco: «Siano più tutelati contro il rischio covid»

Il primario di Cardiologia dell'Umberto I di Enna auspica tamponi molecolari e non rapidi per medici e infermieri, in modo da scongiurare contagi.

Tempo di lettura: 2 minuti

ENNA. Tutelare il più fragile ma con quali strumenti? Alcuni medici si interroga e dicono la loro. Tra questi a prendere una posizione netta e chiedere misure più sicure è il primario di Cardiologia dell’Umberto I di Enna, nonché direttore del Dipartimento di Medicina, Lello Vasco.

Non è plausibile limitarsi al tampone antigienico per rientrare, se il tuo lavoro è quello del medico, che passa dalla corsia alle sale intensive e operatorie. Il rischio di veicolare involontariamente il virus Sars- Covid diventa troppo altro. Con dati alle mani- confermati dai responsabili di laboratorio- è oramai notorio che gli antigeni, più noti come tampone rapido, non rilevano con precisione la variante Omicron5 e molti sono falsi negativi, smentiti subito dopo dai tamponi molecolari.

«Ci vuole dunque un’attenta valutazione e una revisione delle direttive che giungono anche dalla Regione Siciliana, per la categoria dei medici, degli infermieri e di chi sta in contatto stretto con i più fragili», dichiara il primario della cardiologia dell’Umberto I di Enna che con convinzione solleva il problema che riguarda tutti gli ospedali dell’Isola. Stessa soluzione andrebbe attuata per il trasferimento da un reparto all’altro dei pazienti. Omicron è oramai pandemica, per molti un’influenza ma ci sono ancora pazienti fragili che vengono duramente colpiti e muoiono. Perché non tutelarli?

«Se da un lato- continua il primario- è vero le nuove varianti sembrano meno “pericolose” rispetto alle precedenti relativamente agli aspetti clinici è altrettanto evidente che chi si infetta è costretto alla quarantena ed alla impossibilità di andare al lavoro . Nello stesso tempo i cosiddetti test antigenici, ormai largamente impiegati, esplorano la presenza di antigeni che potrebbero essere diversi da quelli espressi dalle nuove varianti omicron ba4 e ba5. Ciò comporta limitata accuratezza diagnostica di tali test in quanto potrebbero sfuggire infezioni da virus “nuovi” che espongono antigeni (proteine virali) sensibilmente diverse da quelle per le quali i test antigienici sono stati confezionati».

Per tale ragione capita che il test antigienico “negativo” possa essere smentito da un test molecolare che potrebbe risultare positivo. L’esecuzione di un test molecolare- come è risaputo- però non è previsto per sancire la fine della quarantena. Può accadere così che tanti falsi negativi riprendano le loro attività normali. Questo è estremamente pericoloso per chi fa lavori che lo mettono in contatto con i pazienti “fragili” quali sono per esempio i ricoverati negli ospedali o nelle RSA .

Contribuisci alla notizia
Invia una foto o un video
Scrivi alla redazione




    1


    Immagine non superiore a 5Mb (Formati permessi: JPG, JPEG, PNG)Video non superiore a 10Mb (Formati permessi: MP4, MOV, M4V)


    Informativa sul trattamento dei dati personali

    Con la presente informativa sul trattamento dei dati personali, redatta ai sensi del Regolamento UE 679/2016, InSanitas, in qualità di autonomo titolare del trattamento, La informa che tratterà i dati personali da Lei forniti unicamente per rispondere al messaggio da Lei inviato. La informiamo che può trovare ogni altra ulteriore informazione relativa al trattamento dei Suoi dati nella Privacy Policy del presente sito web.

    Contenuti sponsorizzati

    Leggi anche