La vista, senso fondamentale che presiede alla percezione degli stimoli visivi, è altrettanto funzionale per i nostri animali. Anch’essi, così come gli esseri umani, possono soffrire di alcuni relativi disturbi. L’oftalmologia veterinaria è la disciplina che si occupa di riconoscimento, cura e prevenzione delle patologie oculari nel cane, nel gatto e in altri animali da compagnia.
L’esponenziale aumento di interesse per gli animali da affezione, soprattutto per i cani, ha accresciuto la richiesta di visite e prestazioni specialistiche del settore, favorendo l’individuazione delle patologie oculari. Sul tema Insanitas ha intervistato il medico veterinario Claudia Marchello (nella foto), specialista in oftalmologia e chirurgia oculistica
Quali sono le patologie o i disturbi della vista maggiormente diffusi nel cane? Esistono razze più predisposte?
«Le patologie oculari del cane sono molto diffuse in tutte le razze. In alcune sono frequenti in quanto legate ad una predisposizione per lo più genetica. Tra queste, ad esempio, tutte le razze brachicefale a causa della conformazione anatomica del cranio, vedi bulldog, carlini, shih tzu, chihuahua. Ci sono poi determinate razze predisposte a causa di eventi traumatici che possono derivare dalla loro attività, come i cani da caccia. Alcune patologie riguardano poi i cani più anziani. Oggi l’animale ha un tempo di sopravvivenza molto più lungo- soprattutto le razze di piccola taglia- e con l’invecchiamento è possibile che soffra di alcuni disturbi oculari, tuttavia gestibili facendo buona prevenzione. Per quanto riguarda le patologie più comuni, soprattutto nel nostro territorio, sono quelle legate alle malattie infettive. Nel bacino del mediterraneo, infatti, le malattie trasmesse da vettori come la leishmaniosi e la malattia da zecche sono parecchio diffuse e spesso causano gravissime infiammazioni oculari».
Quali sono i primi sintomi da attenzionare?
«L’arrossamento, la lacrimazione, l’opacità corneale e la variazione del diametro pupillare. Spesso, purtroppo, alcune patologie vengono diagnosticate molto in ritardo perché gli animali anche con una visione monolaterale o parziale riescono comunque a muoversi tranquillamente, finendo così per nascondere un disagio da deficit visivo. Un’accurata visita veterinaria riesce a valutare ciò che l’animale non rende manifesto al suo proprietario, anche il più attento».
Quanto è importante la prevenzione per evitare che il problema possa portare a gravi conseguenze, talvolta irrimediabili?
«La prevenzione è fondamentale, fa parte del “pacchetto” quando si decide di prendere un animale da affezione. A tal proposito, invito ogni persona a documentarsi sulle relative patologie più comuni nella razza che si sceglie. Se poi si decide di acquistare un cucciolo, consiglio di farlo presso allevamenti che eseguono gli screening per le malattie ereditarie. Tengo anche a precisare che la veterinaria specialistica, grazie allo strumentario ed alle competenze del medico, affiancata dalla scienza della genetica ha fatto molti ed importanti passi avanti».
Infine, un piccolo luogo comune da sfatare: i cani e i gatti vedono a colori?
«Molte persone pensano che gli animali vedano solo in bianco e nero ma non è così. A differenza di noi umani che abbiamo una visione tricromatica- rosso, blu e verde, la cui combinazione crea l’intero spettro di colori che riusciamo a vedere- cani e gatti hanno una visione dicromatica, perdendo il rosso che altera il loro spettro di colori. In particolare, i colori percepiti da loro sono opachi e scoloriti».