CALTANISSETTA. La termoablazione laser, usata per la patologia benigna della prostata, è stata praticata all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta: effettuati i primi interventi al blocco operatorio del nosocomio nisseno.
Un’innovazione nel campo della chirurgia urologica e un importante passo avanti nel campo del trattamento delle patologie benigne della prostata. La termoablazione laser consiste nella distruzione del tessuto prostatico in eccesso, provocando una necrosi coagulativa. L’intervento, della durata di un’ora e in anestesia locale, è indolore e non comporta disturbi post-operatori o effetti collaterali quali il sanguinamento, l’incontinenza urinaria e le infezioni. È una tecnica innovativa mini-invasiva che ha già dimostrato la sua efficacia in diverse patologie tra cui noduli benigni della tiroide, emorroidi, sinus pilonidalis e fistole perianali.
Grazie al lavoro del direttore dell’Uod a valenza aziendale ‘Coordinamento sale operatorie’ Giovanni Di Lorenzo, del direttore facente funzioni dell’Uoc di Urologia Calogero Cordaro e della direzione strategica da oggi è possibile praticare questo intervento innovativo. Questa procedura rappresenta l’esempio del percorso innovativo che il blocco operatorio nisseno sta perseguendo da ormai 3 anni.
«Abbiamo sempre lavorato per portare ai massimi livelli l’operato del blocco e continueremo ad andare avanti con abnegazione per risultati sempre migliori. Siamo stati i primi a utilizzare la soluzione smoke free e costantemente ci adoperiamo per usare tecnologie di intervento sempre più innovative con un solo fine ultimo, il bene del paziente», afferma Giovanni Di Lorenzo.
«L’echolaser è una tecnologia di ultima generazione che rappresenta una valida alternativa alla chirurgia invasiva e ad altre tecniche mini-invasive con approccio transuretrale- aggiunge- Il successo di questa innovazione è il frutto di un lavoro di squadra sinergico tra chirurghi, anestesisti, infermieri e operatori socio-sanitari. La motivazione e l’impegno di ciascun componente del team sono stati fondamentali per raggiungere risultati che non possiamo se non definire ottimali», conclude il direttore dell’Uod a valenza aziendale ‘Coordinamento sale operatorie’.
L’Echolaser è, quindi, un nuovo e innovativo sistema integrato per il trattamento non chirurgico dell’ipertrofia prostatica benigna e la terapia focale del tumore prostatico composto da un ecografo e un raggio laser multi-sorgente. È un intervento compiuto senza incisioni e l’operazione è eseguita in anestesia spinale o sedazione.
«Al blocco operatorio del Sant’Elia di Caltanissetta sono stati eseguiti i primi 3 interventi di echolaser, una metodica mini-invasiva per il trattamento dei disturbi della patologia prostatica benigna- dice Calogero Cordaro– L’attenzione, la visione e la disponibilità assoluta del direttore di presidio Benedetto Trobia, del direttore sanitario Luciano Fiorella e del commissario Alessandro Caltagirone, hanno permesso la realizzazione di questa metodica all’avanguardia che consente al paziente un rapido recupero funzionale e anatomico».
«La metodica di termoablazione laser della prostata rappresenta un’ulteriore innovazione nel trattamento dei disturbi prostatici benigni- ha dichiarato il commissario Alessandro Caltagirone– e si aggiunge alla tecnica Rezum già in uso nell’Uoc di Urologia dell’ospedale Vittorio Emanuele di Gela, diretta da Sebastiano Condorelli. Grazie a queste tecniche, in uso nei due presidi ospedalieri, i pazienti possono beneficiare di interventi meno invasivi, privi di effetti collaterali, come di dolore, e con tempi di recupero estremamente rapidi».
«Investire in tecnologie all’avanguardia- ha concluso Caltagirone- ci permette di garantire standard elevati di cura e migliorare la qualità della vita dei nostri pazienti. Grazie alla tecnica Rezum e ora anche alla termoablazione, stiamo assistendo ad un’importante inversione di tendenza che vede la Sanità pubblica siciliana e, in particolare, quella nissena rispondere efficacemente e in maniera appropriata non solo ai bisogni di salute della sua popolazione ma di accogliere anche le numerose richieste di pazienti da altre regioni italiane. La mobilità attiva verso l’Asp2 è in costante crescita».