Matteo Messina Denaro, boss latitante da 30 anni, è stato arrestato all’interno di una clinica privata di Palermo. Il blitz è stato coordinato dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido. Matteo Messina Denaro si era recato sotto falso nome nella clinica privata La Maddalena dove è stato arrestato “per sottoporsi a terapie”. Lo dice il comandante del Ros dei carabinieri Pasquale Angelosanto dopo l’arresto del boss compiuto dagli uomini del raggruppamento speciale assieme a quelli del Gis e dei comandi territoriali.
L’ormai ex superlatitante Matteo Messina Denaro è stato già trasferito in una caserma del capoluogo. Denaro, a quanto si apprende da fonti investigative, faceva periodicamente controlli in quella struttura, che la scorsa notte durante il blitz del Ros era stata messa in sicurezza con diverse decine di uomini per tutelare tutti gli altri pazienti. Quando è stato arrestato, Messina Denaro non era allettato ma si stava facendo i controlli.
Stupore, anche sgomento, un pizzico di timore sono i sentimenti che stamane hanno attraversato la mente di decine tra amministrativi, infermieri, medici della clinica La Maddalena che hanno avuto a che fare col boss Matteo Messina Denaro per due anni dopo l’operazione di resezione di alcune metastasi al fegato nel 2021. Nessuno si sarebbe immaginato che quell’uomo ricoverato per l’operazione e che poi si presentava al day hospital per la chemio era il latitante più ricercato d’Italia. “Amo stare solo, ma piace vivere, mi piacciono le cose belle” aveva detto il boss scambiando quattro chiacchiere con i sanitari. Nessuno alla Maddalena ricorda accompagnatori di Messina Denaro che non avrebbe ricevuto visite durante il ricovero.
“Era un uomo garbato, a modo suo sofisticato – dice all’ANSA un sanitario – Nessuno poteva sospettare fosse un boss ricercato accusato di stragi e omicidi. Era sempre gentilissimo, calmo, sorridente. Aveva un suo stile”. (ANSA).