MESSINA. Con un post su Facebook, il direttore generale Mario Paino interviene sul caso Papardo, da alcune settimane al centro dei riflettori con i sindacati che protestano per il ridimensionamento a cui andrebbe incontro l’ospedale qualora venisse pedissequamente applicato il nuovo tetto di spesa assegnato dall’Assessorato Regionale alla Salute. Nei giorni scorsi si è tenuta pure un’apposita audizione in Commissione Sanità dell’Ars. «Non pensavo fosse necessario chiarire perché mi sembrava ovvio che il Papardo in questi anni è stata fra le aziende sanitarie che ha speso di più per garantire la presenza di personale. Sono stati assunti cardiochirurghi, pneumologi, infettivologi, cardiologi, anestesisti, ortopedici, ematologi e poi ausiliari, infermieri e certamente ne dimentico alcuni», sottolinea il dg
Poi aggiunge: «La quota 100 e la legge 104 come avvenuto in tutta Italia ne hanno mitigato gli effetti ma siamo una azienda sana pur in piena pandemia e provenendo da un precedente indebitamento strutturale. Giova ricordare che il costo esposto per legge è una frazione della capacità assunzionale e che il costo posto-letto è matematicamente più alto nelle aziende con pochi posti letto e molteplici discipline ed è invece minore in quelle con elevato numero di posti letto e meno discipline. Il bilancio di una azienda in cui il costo esposto è il novanta per cento della capacità assunzionale è ritenuto gestione virtuosa dalla Corte dei Conti. Mi sembravano considerazioni ovvie e che non necessitavano di precisazioni».