«La nostra tolleranza ha toccato il fondo ma la nostra speranza ancora resiste e ha dei nomi e dei cognomi: Giovanna Volo e Renato Schifani». Lo scrivono otto primari in una lettera aperta rivolta all’assessore regionale alla Salute e nella quale ribadiscono la grave carenza di anestesisti-rianimatori di alcune realtà della Sicilia centro-orientale.
«Non esiste azienda sanitaria o ospedaliera sul territorio regionale che non abbia carenze in dotazione organica di tali specialisti» si legge nel documento (a firma di Gianluigi Morello, Rosario Trombadore, Salvatore Damante, Salvatore Tinè, Antonino Magrì, Sebastiano Tiralongo, Ezio De Rose e Gioacchino Di Stefano)- Tuttavia la gravità di queste carenze è assai differente se ci si sposta dal centro alla periferia. Ci sono aree, non soltanto “interne”, che registrano carenze drammatiche».
La grave carenza di anestesisti
– Gela, 72.000 abitanti, ha in servizio solo 7 anestesisti (su 19 previsti in dotazione organica) in UO con Pronto Soccorso, Terapia Intensiva e Punto Nascite, con Niscemi (> 27.000 abitanti) a pochi Km dove nessuno ha il diritto di assistenza anestesiologica o rianimatoria quando accede al PS;
– Vittoria, oltre 70.000 abitanti a cui vanno sommati i 30.000 di Comiso, che ha in servizio solo 9 anestesisti (su 19 previsti in dotazione organica) in un P.O. con Pronto Soccorso, Terapia Intensiva e Punto Nascite, oltre a Stroke Unit;
– Militello in Val di Catania (> 50.000 abitanti con Palagonia, Scordia e Vizzini), che ha in servizio solo 4 anestesisti (su 17 previsti in dotazione organica) in un P.O. con Pronto Soccorso e Terapia Intensiva;
– Lentini (> 60.000 abitanti con Carlentini, Francofonte e Sortino), che ha in servizio 7 anestesisti (su 19 previsti in dotazione organica) in un P.O. con Pronto Soccorso, Terapia Intensiva e Punto Nascite, oltre ad una lodevole e significativa attività chirurgica e ginecologica;
– Modica (> 80.000 abitanti con Scicli), che ha in servizio solo 7 anestesisti (su 17 previsti in dotazione organica) in un P.O. con Pronto Soccorso, Terapia Intensiva e Punto Nascite;
– Biancavilla (> 90.000 abitanti con Adrano e Belpasso) che ha in servizio solo 9 anestesisti (su 20 previsti in dotazione organica) in un P.O. con Pronto Soccorso, Terapia Intensiva e Punto Nascite;
– Avola (> 100.000 abitanti con Noto, Pachino e Rosolini) che ha in servizio solo 12 anestesisti (su 20 previsti in dotazione organica) in un P.O. con Pronto Soccorso, Terapia Intensiva e Punto Nascite, oltre ad altro Pronto Soccorso 8:00-20.00 su Noto;
– Enna (> 70.00 abitanti con Leonforte, Agira, Centuripe, Valguarnera Caropepe, Barrafranca e Troina) che ha in servizio solo 14 anestesisti (a fronte di una dotazione prevista di 29 anestesisti) in un P.O. con Pronto Soccorso, Terapia Intensiva e Punto Nascite.
Lo stress degli anestesisti
Gli otto primari sottolineano: «La lista potrebbe continuare con Ragusa, Nicosia (EN), Giarre (CT), Sciacca (AG), Licata (AG), ecc. Caro Assessore, l’articolo 32 della Costituzione Italiana non declina sfumature ad hoc su costoro che risiedono al di fuori delle aree metropolitane. E non basta che sia aperto un presidio ospedaliero per assicurarsi che si erogata buona sanità. Perché è verosimile pensare che il parto cesareo a Lentini (SR) sia assistito da un anestesista che è alla sesta/settima notte di guardia in due settimane, o che il politraumatizzato che arriva al Pronto Soccorso di Modica trovi ad assisterlo un anestesista che non prende ferie o riposi da tre o più mesi. Non tocca a noi ricordarle quanto stress e stanchezza incidano sulla lucidità degli operatori».
«Tenga conto che nelle realtà che le abbiamo citato la situazione ha già oltrepassato i margini della tollerabilità e che è realistico (non auspicabile) pensare che le pagine dei giornali ospiteranno ben presto casi di malasanità riconducibili a carenza di risorse umane. Perché non è più tollerabile fare 8, 10 o 12 notti di guardia in un mese, non potere programmare la propria vita famigliare, accumulare giorni di ferie non goduti, vedersi accanto colleghi “gettonisti” che guadagnano il triplo, ospitare colleghi in convenzione provenienti da aziende più fortunate che si scelgono i turni e che guadagnano il doppio, e perché, soprattutto, non è tollerabile il Disagio, con la “D” maiuscola, a cui siamo sottoposti».
I reclutamenti di anestesisti negli ospedali metropolitani
«E questi scenari sono assai inverosimili su Catania, Messina o Palermo. Sono in itinere ulteriori procedure di reclutamento presso le U.O. di anestesia e rianimazione degli ospedali metropolitani che non faranno altro che esacerbare e aggravare le situazioni di carenza presso gli ospedali periferici ed è superfluo, a questo punto, ricordarle l’impatto che queste avranno nelle declinazioni territoriali dell’Art. 32» si legge ancora nella lettera-appello.