PALERMO. Giornate di approfondimento scientifico e confronto istituzionale al centro del XIII Congresso AOGOI (Associazione Ginecologi Ostetrici Ospedalieri Italiani) tenutosi dal 4 al 6 ottobre al San Paolo Palace Hotel sotto la presidenza di Salvatore Incandela, anche presidente regionale AOGOI.
Sono stati numerosi gli spunti di riflessione a partire dal tema cardine dedicato a “Stili di vita e salute della donna mediterranea”. Diagnosi prenatale, mortalità perinatale, procreazione medicalmente assistita e allattamento al seno tra gli argomenti affrontati durante la tre giorni congressuale.
Spazio anche per una proposta di Legge al Parlamento Nazionale – attraverso, un patto tra le società scientifiche, AOGOI in testa – volta ad introdurre il cd. indennizzo (al paziente) da fatto lecito a carico del fondo vittime da alea (rischio) terapeutica.
In alto le video interviste
Secondo i dati dell’Ufficio legale AOGOI, la maggior parte delle azioni legali intraprese su tutto il territorio nazionale nei confronti dei medici ginecologi si conclude con una loro assoluzione, non essendoci un nesso di causalità diretta tra il danno e la responsabilità del medico in termini di colpa, o legato a carenze strutturali.
Il più delle volte il danno/paziente è riconducibile a situazioni patologiche, o genetiche, sussistenti prima del parto ed i ginecologi sono spesso destinatari di contenziosi “temerari”, come dimostra, infatti, nella maggior parte dei casi, la risoluzione a loro favore dei procedimenti instaurati.
Da qui la proposta di Legge: l’indennizzo al paziente, che si differenzia dal risarcimento da fatto illecito in quanto non è legato ad una responsabilità medica appunto, ma a cause non ascrivibili a medico e struttura.
L’AOGOI già nel 2008 aveva avanzato questa proposta e anche in occasione del varo della Legge Gelli era tornata sul tema; d’altronde in altri Paesi, come ad esempio, Francia e Belgio tale indennizzo è operativo già dal 2000.
Altro punto centrale del congresso, il delicato tema della sicurezza dei percorsi- nascita. La sessione dedicata alla rete materno-infantile della Regione Sicilia è stata conclusa dall’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, che ha affermato: “Nella rete ospedaliera l’organizzazione dei punti nascita assume un valore strategico importante. Dietro ogni scelta c’è bisogno di confronto con i professionisti ed esso dev’essere solido, costante e con un profilo di natura tecnico- scientifica molto alta”.
L’assessore ha pure aggiunto: «I punti nascita sono stati individuati molti mesi fa. C’è un cronoprogramma che era stato previsto anche dal Ministero della Salute perché tutti quelli che avevano ottenuto deroga dovevano essere monitorati. Oggi il Ministero per alcuni di essi chiede una nuova valutazione e la concluderemo nei prossimi giorni. Ci interessa sapere soprattutto cosa resta nelle realtà che dovessero essere chiuse. Se resta qualcosa di importante che va a beneficio dei cittadini la Regione non avrà difficoltà a venire incontro al desiderio del tavolo tecnico ministeriale. Se dovessimo renderci invece conto che così non è, chiederemo un approfondimento ulteriore così come è stato concesso negli ultimi due anni».
Giuseppe Ettore, presidente Fesmed (Federazione Sindacale Medici Dirigenti), anche componente del percorso nascita nazionale (di cui fanno parte altresì: Jorizzo, Zanini, Ghirardini), ha rilevato: “Dopo il decreto di riordino dedicato al settore, la Sicilia ha iniziato da subito a mettere in sicurezza i percorsi nascita. Con i professionisti di AOGOI abbiamo cercato un confronto istituzionale sempre pacato, ma anche molto deciso nell’affermare che i principi del cambiamento non possono essere quelli del non cambiare. A 8 anni di distanza da quel decreto sono mutate tante cose: la Sicilia, diversamente da qualche anno fa, non è più una Regione canaglia su alcuni esiti, quali mortalità materna, perinatale e incidenza del parto cesareo”.
E ha aggiunto: “Il Paese sul piano nazionale ha visto scelte di de-finanziamento crescente che ricadono sulle Regioni. Speriamo che, l’impegno dell’assessore Razza consenta di superare aspetti che ancor vedono in forte pericolo la qualità e la funzionalità di alcuni punti nascita, dove la complessità ed il carico di lavoro non è ancora supportata adeguatamente, né dalla qualità delle risorse umane né da quella tecnologica. I servizi di emergenza-urgenza hanno vissuto e vivono ancora oggi una grossa sofferenza. Speriamo che il riordino della rete, l’approvazione e la messa in sicurezza dei punti nascita con i concorsi che sono già partiti e si stanno ultimando non creino altri problemi. Uno di questi è il clamoroso deficit di medici disponibili a coprire tutti i posti. Mi riferisco in particolare ai neonatologi, ai pediatri, ai ginecologi e anche agli anestesisti».
Salvatore Incandela ha evidenziato: “La sicurezza e la qualità dei percorsi nascita sono temi su cui incide anche la delicata questione della carenza di personale. In Sicilia, in particolare, il piano di rientro ed il blocco delle assunzioni protrattosi a lungo non ha aiutato la questione, ma oggi siamo in un’altra fase e speriamo che questo ci consenta di superare le difficoltà”.
Il tema della sicurezza del percorso- nascita, ma più in generale l’assistenza alla salute della donna è legato, però, anche alla necessità di far funzionare “l’integrazione ospedale- territorio”, “al ruolo strategico dei consultori” ed alla “capacità di fare rete tra le esperienze dei professionisti”, come è emerso dall’intervento introduttivo di Elsa Viora, presidente nazionale AOGOI, che si è soffermata anche “sull’importanza di investire sulla formazione dei giovani medici”.
Mentre Antonio Chiantera, segretario nazionale AOGOI ha sottolineato: “Occorre creare una via unica che nasce dal consultorio, dal territorio, passa per l’ospedale e l’università per poi tornare sul territorio”. Presente anche Giovanni Scambia, presidente SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia).
Nell’ambito della tre giorni, inoltre, si è svolto un setting dedicato alle politiche della Regione Siciliana sull’allattamento al seno che, a tal proposito ha emanato linee di indirizzo, a Dicembre 2017, condivise in tutte le aziende sanitarie ed ospedaliere della Regione, a cui si aggiunge il D.A. n. 1539 del 7 settembre 2018 per la promozione dell’allattamento in tutte le strutture pubbliche e private regionali, che prevede entro 60 gg l’adozione della policy aziendale da parte dei DD. GG, il monitoraggio dell’avvenuto adempimento a cura DASOE (Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico) e quello del tavolo tecnico sulle attività di promozione e sostegno messe in atto da aziende e operatori.
Nel 2017 l’osservatorio epidemiologico in collaborazione con ISS, UniPA e Cefpas ha avviato un sistema di monitoraggio multifattoriale che permetterà di confrontare nel tempo i tassi allattamento, i fattori associati e pianificare attività efficaci. (V slide fonte : DASOE – servizio 9).
I DATI SLIDE DASOE ALLATTAMENTO INDICANO CHE:
– Alla nascita il 33% delle mamme allatta esclusivamente i loro neonati; ma il tasso scende al 20% quando il bimbo arriva a 6 mesi. Anche i fattori socio-economici giocano un ruolo: la popolazione più svantaggiata e con basso livello d’istruzione allatta meno.