ENNA. La Cardiologia dell’ospedale Umberto I per la prima volta si è avvalsa della crioablazione per sconfiggere l’aritmia. La paziente sottoposta in anestesia locale alla procedura è una donna di 69 anni con fibrillazione persistente, trattata dai cardiologi Michele Di Silvestro e Rosario Bonanno, coadiuvati dal team di infermieri Macaluso, Catanese e Minisini designati dal primario. Da un anno, infatti, il reparto diretto dal cardiologo Lello Vasco ha iniziato a fare le ablazioni di aritmie meno complesse e adesso è giunto all’ablazioni atriali.
«La crioablazione è una delle tecniche salvavita più moderne, che azzera le controindicazioni a lungo termine dei farmaci. Prima era adottata solo per le fibrillazioni parossistiche, il cui disturbo inerente al ritmo cardiaco è inferiore ai 7 giorni, insomma come viene se ne va. Oggi si usa in tutte le forme che non siano croniche», spiega il primario Lello Vasco.
L’appuntamento presso la cardiologia di Enna rappresenta il completamento di un percorso formativo e di crescita professionale nato vent’anni fa quando si applicò il primo pacemaker. Oggi vengono impiantati i defibrillatori e i dispositivi di resincronizzazione cardiaca o biventricolare, che servono ad aiutare i pazienti affetti da scompenso cardiaco.
«Una crescita costante in termini di qualità e numeri dell’ambulatorio di Elettrofisiologia e controllo pacemaker, che non intente fermarsi qui- commenta il primario Vasco- A questi pazienti ablati a Enna, per monitorare l’insorgere di eventuali aritmie, viene impiantato un dispositivo che collega online lo stesso alla cardiologia, garantendo un controllo giornaliero per i primi tre anni. Sono infatti in migliaia i pazienti che riusciamo a controllare in remoto grazie ad un’applicazione su smartphone». Quindi alla luce di questi risultati si sta pensando al potenziamento e rimodernamento di apparecchi e sala d’impianto.
In cosa consiste dunque la crioablazione?
Interviene nel substrato dove ha origine l’aritmia disattivandola tramite il freddo. Questa tecnica alternativa alla radiofrequenza e all’ablazione chirurgica consente, con una minore incidenza di recidive e minori complicanze, di ridurre fortemente l’esposizione radiologica negli ammalati, con una sedazione molto meno invasiva. Il cardiologo introduce un palloncino nell’atrio sinistro in corrispondenza dei vasi polmonari allo scopo di ottenere cicatrizzazioni uniformi, senza i possibili problemi correlati alla manualità della termoablazione. Il dispositivo contiene un piccolo sensore capace di riprodurre i segnali elettrici da eliminare.