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Ma dalla Fondazione replicano

Ospedale Giglio di Cefalù, la Cgil va all’attacco: «Troppe disfunzioni e cattiva gestione»

Duro atto di accusa del sindacato, ma dalla Fondazione replicano punto per punto.

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PALERMO. «Interventi operatori rinviati per guasti tecnici, carenza di medicinali, antibiotici e attrezzature sanitarie, improvvisazione nell’organizzazioni delle attività ambulatoriali, fuga continua di medici e infermieri verso altre strutture».

È l’atto di accusa della Fp Cgil in riferimento all’ospedale Giglio di Cefalù, con la contestuale richiesta di un incontro urgente all’assessore alla Salute.

Dalla Fondazione Giglio replicano così: «Siamo pronti al confronto con la FP Cigl sulle critiche mosse che non tengono conto dell’intensa attività svolta in questi anni per ripianare le perdite e chiudere, per il quarto anno, il bilancio in attivo. Situazione economica che dà, oggi, alla Fondazione Giglio la possibilità di guardare al futuro con serenità».

La Fp Cgil, nella lettera inviata alla sede di piazza Ottavio Ziino, parla di «aumento inevitabile del rischio clinico», oltre che di diminuzione della «qualità percepita dall’utenza» con la perdita di quello status di eccellenza di cui l’Ospedale Giglio si è fregiato fino a poco tempo fa. Problemi che per il sindacato attendono una risposta, già denunciati all’assessore e in una lettera del 16 marzo scorso.

Oggi scade il cda del Giglio, che da più di due anni viaggia senza il direttore amministrativo e da sei mesi senza il direttore sanitario. In considerazione della “cattiva gestione” della struttura e della scadenza naturale del cda della Fondazione, il segretario generale della Funzione Pubblica Cgil Palermo, Giovanni Cammuca ritiene che «sarebbe stato opportuno che la giunta di governo avesse nominato un commissario straordinario per gestire la fase di transizione e l’elaborazione delle modifiche statutarie per il ripristino della eccellenza sanitaria dell’Ospedale di Cefalù».

«Sia la discontinua e fatiscente presenza del consiglio di amministrazione, che non ha esercitato adeguato controllo sull’attività del direttore generale, raramente presente in Fondazione, sia- aggiunge Cammuca- la gestione autoritaria, e a nostro giudizio anche improvvisata, priva di confronto con le organizzazioni sindacali e con la dirigenza sanitaria, ha determinato una preoccupante situazione che sta conducendo verso il totale fallimento della missione del nosocomio».

Secondo la Cgil «l’adozione di atti unilaterali ha generato un clima di malessere organizzativo, che ha determinato sempre più incomprensioni fra e con il personale, disfunzioni nell’assistenza ai pazienti ricoverati, attriti tra le diverse figure sanitarie. Il recente episodio, riportato dalla stampa, sulla mancanza delle garze laparotomiche che ha determinato la temporanea chiusura della sala operatoria, è stato la punta di un iceberg».

«Nel sommerso- prosegue Cammuca- ci sono carenze ben più gravi di attrezzature, di antibiotici e medicinali, che obbligano spesso i degenti a ricorrere a farmaci di prescrizione domiciliare per consentire le terapie di reparto».

Gli espisodi che la Fp segnala sono diversi. Venerdì 27 aprile «a causa della rottura degli amplificatori di brillanza in sala operatoria, è stato eseguito un solo intervento chirurgico dei diversi programmati dall’ortopedia».

Lunedì 30 aprile «nessun amplificatore di brillanza funzionava e sono stati rinviati tutti gli interventi sia ortopedici sia urologici».

Martedì 8 maggio «così come già si è verificato in questi mesi, nell’ambulatorio delle visite preoperatorie è stato programmato un numero esorbitante di visite (25) che hanno determinato il rinvio di oltre la metà dei pazienti a data da destinarsi».

«Particolarmente grave- aggiunge Cammuca- appare il notevole ritardo diagnostico, di oltre 2 mesi, con conseguente ritardo terapeutico dovuto alla insufficiente presenza di personale medico nel servizio di anatomia patologica».

La Fp indica tra le disfunzioni «il mancato rinnovo del parco tecnologico, ormai obsoleto, con particolare riferimento alle apparecchiature di radiodiagnostica e di medicina nucleare. La Pet risulta ferma da oltre 3 mesi per un guasto tecnico. E rimane un dato di fatto grave la carenza di medici e infermieri, aggravata dalla fuga di professionalità, la cui responsabilità risiede nell’organizzazione del lavoro che avviene senza una preventiva consultazione con le rappresentanze sindacali, malgrado le numerose richieste d’incontro rimaste inevase».

La Fp inoltre contesta l’elargizione, «immotivata e non concordata con le organizzazioni sindacali, nel corso di questi ultimi anni, di numerosi assegni ad personam, nonostante le criticità di bilancio e l’esubero di personale amministrativo».

«Ci piacerebbe- dice Cammuca- conoscere motivazioni, entità dell’assegno e nomi dei beneficiari, nonché i passaggi di fascia, fatti nel recente passato, che riguarderebbero prevalentemente personale amministrativo, frutto di una gestione clientelare che fa sorgere il possibile sospetto di avere recato danno erariale alla Fondazione, aggravato dalle numerose consulenze legali, tecniche e sanitarie».  Ultimo accenno ai “presunti concorsi, con la nomina di commissari compiacenti privi delle specifiche qualifiche professionali».

LA REPLICA DAL GIGLIO

«Per il rinnovo del parco macchine – sottolinea la Fondazione Giglio – non potevano essere fatti investimenti pluriennali in presenza di patrimonio netto negativo. La Fondazione si è attivata per trovare risorse fuori bilancio, che arrivano dalla programmazione europea, per 11 milioni di euro. Risorse che saranno utilizzate per l’aggiornamento tecnologico».

Su eventuali disservizi, rilevati dal sindacato, come i guasti di apparecchiature tecnologiche,«la Fondazione vi ha subito posto rimedio seguendo le procedure e i tempi previsti dalle normative vigenti. Per la Pet il fermo macchina è stato dettato dalla liquidazione di una società terza che operava all’interno della Fondazione per cui è stato necessario, per continuare ad utilizzarla e ripristinarla, acquisirla al patrimonio della Fondazione. Iter che si perfezionerà in tempi brevi».

Inoltre «l’apertura delle procedure concorsuali nelle aziende sanitarie siciliane hanno generato un turnover, ma non solo al Giglio, a cui la Fondazione ha prontamente risposto con avvisi di lavoro che purtroppo, come per gli anestesisti, non hanno avuto sempre l’esito desiderato. Per cui riteniamo ingenerose le critiche mosse dalla FP CGIL anche nei confronti dei numerosi commissari, professionisti di alto profilo, che hanno seguito le procedure selettive nel rispetto delle norme e del regolamento concorsuale approvato dal Cda».

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