Un’ulteriore riduzione dell’organico si è compiuta presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Barone Romeo” di Patti (Me). Lo fa sapere il Nursing Up, sottolineando che «già nei mesi scorsi il personale era stato privato di due figure infermieristiche scendendo al numero di 23. Ad oggi il numero decresce di altre due unità ancora. Questa è una grave criticità sia perché non rispetta quanto previsto dalla pianta organica che prevede 27 unità, sia perché rappresenta un aumento dei carichi di lavoro per gli infermieri».
21 unità operative implica il dover rivedere l’organizzazione dei turni di servizio, prevedendo la presenza di soli 3 infermieri nel turno di notte che dovrebbero coprire aree quali: OBI (Osservazione breve), PS pediatrico e l’area “infettivologica” che impegna un’unità la quale non può essere di supporto ai colleghi nemmeno in casi di estrema urgenza.
«Con quanto personale infermieristico codesta azienda pensa di poter gestire il PS di Patti a fronte di carichi di lavoro abnormi? Forse si crede o si spera nel dono dell’ubiquità degli infermieri?”. Ma prima o poi i nodi vengono al pettine. Il Nursing Up Messina si è opposto già a febbraio allo spostamento del personale che ha causato questa forte emorragia a Patti mettendo in ginocchio un intero ospedale, viste le criticità anche in emodinamica, geriatria, che, proprio in prossimità dell’estate, saranno costrette ad un ridimensionamento dei servizi.
La richiesta del Nursing Up Messina è categorica. Tramite diverse note e nonostante il silenzio più assoluto dell’amministrazione, chiede urgenti interventi di reintegrazione del personale trasferito a Taormina. Inoltre il Nursing Up Messina chiede di attivare le mobilità extraregionali e regionali per reperire infermieri al fine di garantire migliori servizi e scongiurare spiacevoli situazioni di malasanità.
Nella nota inviata all’Asp Messina, si legge: «Bisogna rendere sicuro il Pronto Soccorso prima che la “cronaca” possa diventare testimone di gravi disservizi che potrebbero verificarsi, specie con l’approssimarsi dell’estate, all’aumentare dei carichi di lavoro. Si chiede, inoltre, l’assegnazione di personale OSS a garanzia delle attività di pertinenza che vengono ancora garantite dal personale infermieristico subendo il demansionamento. Al persistere di questa situazione organizzativa gli infermieri rischiano non solo di non poter godere adeguatamente delle meritate ferie estive, ma anche di andare incontro a stress lavorativo e burnout che si riflettono negativamente sulla sfera sociale e familiare».