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ASP e Ospedali

L'intervista

Ospedale di Caltagirone, Compagnone: «Necessario attivare al più presto i dipartimenti interaziendali»

L'ex deputato ha partecipato all'ultima riunione in Commissione Sanità proponendo alcune soluzioni per affrontare l'emergenza legata alla carenza di personale

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Dopo la riunione in Commissione Sanità il tema della riqualificazione dell’Ospedale Gravina di Caltagirone è ancora in cima all’agenda politica del territorio. A testimoniarlo è l’ex deputato regionale Giuseppe Compagnone, già sindaco di Grammichele e medico chirurgo che, per oltre 30 anni, ha prestato servizio proprio all’interno dell’ospedale di riferimento per tutti i Comuni del calatino, raggiunto dalla nostra redazione per un’intervista.

Onorevole, recentemente ha preso parte alla riunione della Commissione Sanità all’Ars che ha affrontato le criticità dell’Ospedale Gravina di Caltagirone, siete usciti soddisfatti dall’incontro?
«Aver trattato l’argomento dell’Ospedale Gravina di Caltagirone praticamente nella prima audizione della Commissione Salute all’Ars, dopo quella formale dell’insediamento, testimonia senza dubbio un’attenzione verso il nostro territorio che non può che farci ben sperare. Peccato solo che ci fossero all’ordine del giorno troppi temi da affrontare e poco tempo per approfondirli. Di certo abbiamo potuto apprezzare la competenza e la disponibilità al dialogo dell’assessore Volo e del presidente della Commissione Laccoto, ma ritengo indispensabile tornare sull’argomento con più tempo e più calma, in modo da affrontare in maniera organica le varie problematiche che attanagliano il nostro ospedale e ricadono inevitabilmente sulla qualità dell’assistenza sanitaria dei nostri concittadini. Per questo ho già proposto un aggiornamento della commissione sempre in presenza dell’assessore, con sindaci e rappresentanti dell’ospedale».

La carenza di medici che si riscontra all’Ospedale Gravina è però un problema che ritroviamo praticamente in tutti gli ospedali, in particolare in quelli lontani dalle aree metropolitane. Come risolverlo?
«Durante la scorsa legislatura all’Ars avevamo iniziato un percorso sui piccoli ospedali. Chiaramente c’è un problema di carattere generale, legato alla programmazione nazionale delle borse di studio. Per troppi anni sono state molte meno rispetto ai bisogni reali del nostro sistema sanitario e ora i nodi sono venuti al pettine. Non c’è dubbio quindi che va considerevolmente aumentato il numero di borse di studio, sia da parte del Ministero che da parte delle singole Regioni. Sappiamo tutti che la coperta è sempre troppo corta, ma si possono, anzi si devono trovare soluzioni alternative, come ad esempio l’istituzione di un prestito d’onore per gli specializzandi».

E per l’immediato?
«Per l’immediato andrebbe messa momentaneamente da parte la norma che prevede che in Ospedale entrino solamente gli specialisti. Si potrebbe andare in deroga per 5 anni a questa norma così, nelle more di risolvere il problema dei camici grigi, non lasciamo reparti e corsie vuote».

Ricordiamo che lei è stato protagonista di una polemica con l’Asp di Catania, ha fatto molto discutere la sua proposta di staccare l’Ospedale di Caltagirone dall’azienda provinciale di appartenenza. È ancora dello stesso parere?
«Nulla di personale nei confronti dell’Asp di Catania. Ma è evidente che questo sistema non tiene più! Ci sono Asp che oltre a dover garantire l’assistenza territoriale devono gestire 5 ospedali, 7 addirittura l’Asp di Catania.  Allora bisogna avere il coraggio di dare autonomia organizzativa ad ospedali di grandi bacini, secondo il modello degli Ospedali Riuniti».

Una riforma del genere richiede del tempo
«Sicuramente sì! Ma intanto si può cominciare ad andare verso questa direzione con l’istituzione dei Dipartimenti Interaziendali, quanto meno nell’area dell’emergenza e della rete dell’infarto, che sono i servizi che in questo momento soffrono di più il problema della carenza di personale. Attenzione, voglio far notare che non si tratta di nulla di nuovo, ma solo di dare seguito ad un istituto già previsto dall’art. 32 comma 5 dell’Atto Aziendale dell’Asp di Catania, attraverso il quale tutti i medici afferenti ad un dipartimento turnano nei vari ospedali della provincia, in modo tale da riequilibrare le singole dotazioni organiche e garantire una sanità più equa per tutti. L’assessore Volo ha ascoltato questa nostra proposta ed ha preso l’impegno di valutarla seriamente. Per questo è il caso di tornare a vederci preso in commissione per dare seguito alla precedente riunione e provare a capire come organizzare al meglio questi dipartimenti interaziendali per dare risposte ai nostri concittadini nel più breve tempo possibile. Posso aggiungere un’ultima cosa?».

Certo
«La stabilizzazione degli infermieri. Si attende da troppo tempo ed è fondamentale. Non si capisce perché altre aziende lo hanno già fatto, proprio pochi giorni fa l’Arnas Garibaldi, e l’Asp di Catania no».

 

 

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