ASP e Ospedali

A Palermo

Ospedale Civico, anticorpi monoclonali a una paziente Covid

Il farmaco è stato somministrato a una donna reduce da un trapianto di polmone all’Ismett. Il primario di Malattie Infettive: «Attendiamo l’evolversi del quadro clinico». Ecco le altre aziende ospedaliere siciliane dove sono disponibili.

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PALERMO. Come anticipato da Insanitas, in Sicilia sono arrivati gli anticorpi monoclonali per la cura del Coronavirus su una categoria di pazienti selezionata per età e patologie. L’azienda Ely Lilly produttrice di Bamlanivimab ed Etesevimab ha dimostrato, durante la sperimentazione in fase 3, che il trattamento riduce il rischio di ospedalizzazione e morte per Covid-19 del 70% in pazienti ad alto rischio. Attualmente stanno testando il farmaco all’ospedale “San Marco” di Catania e all’Arnas “Civico” di Palermo.

«Questa terapia è indicata soltanto per pazienti che non hanno bisogno di ossigeno e che hanno un’infezione da Covid-19 da meno di 10 giorni, quindi in un stadio precoce della malattia. Si tratta di una cura ambulatoriale rivolta a pazienti non ricoverati- dichiara ad Insanitas Francesco Di Lorenzo, direttore del reparto di “Malattie Infettive” del Civico- La prima paziente a cui abbiamo inoculato gli anticorpi monoclonali ha appena subito un trapianto di polmone all’Ismett ed è tutt’ora in trattamento con gli immunosoppressori. Ieri abbiamo somministrato i monoclonali alla paziente che non stava benissimo a causa del trapianto, poi è andata a casa e in questo momento non pare che ci siano grandi miglioramenti, per cui attendiamo l’evolversi del quadro clinico che monitoriamo con contatti telefonici e tramite i controlli dell’Usca. Se le condizioni cliniche dovessero deteriorarsi, la paziente sarà ricoverata come tutti gli altri».

Il protocollo prevede che a beneficiare del farmaco innovativo saranno le persone positive con alto rischio di aggravarsi a causa di patologie come l’obesità grave, diabete mellito non molto compensato, immunodeficienza primitiva o secondaria, insufficienza respiratoria. Il trattamento è indicato anche per persone dializzate, soggetti con più di 55 anni e gravi malattie cardiache oppure per persone con più di 65 anni che presentano comorbidità.

«A Palermo il centro Hub di riferimento per i monoclonali è il “Cervello”, quindi noi ne facciamo richiesta e ritiriamo i flaconcini da 700 mg. Poi ci occupiamo della prescrizione sul registro Aifa e della somministrazione presso il nostro ambulatorio dedicato- spiega ancora il dottore Di Lorenzo- Le dosi sono custodite nei frigoriferi e prima di essere inoculate devono stare venti minuti a temperatura ambiente. L’operazione in totale dura circa un’ora, compreso il tempo di attesa che consente di verificare che non ci siano eventi avversi».

Nel capoluogo dell’isola è quindi l’ospedale “Cervello” che detiene le dosi e le fornisce anche al Civico- Di Cristina. A Catania, invece, il centro hub di riferimento per i monoclonali è il policlinico “San Marco” che smisterà le dosi anche al “Cannizzaro” e agli ospedali “S. Marta e S. Venera” di Acireale e al “Maria SS Addolorata” di Biancavilla. Inoltre, il trattamento prodotto da Ely Lilly sarà disponibile all’ospedale “Giovanni Paolo II” di Ragusa e presso il presidio ospedaliero “Paolo Borsellino” di Marsala.

IL COMMENTO DEL DIRETTORE SANITARIO DEL CIVICO

«Rispondendo ad un preciso programma di indirizzo regionale l’ARNAS si è fatta trovare subito pronta ad attuare contro l’infezione da Covid -19 protocolli terapeutici che prevedono l’utilizzo di anticorpi monoclonali- afferma Salvatore Requirez, direttore sanitario dell’Arnas Civico-  Cioè di particolari molecole sviluppate in laboratorio progettate per migliorare la risposta naturale del sistema immunitario dell’organismo umano in contrasto al progredire del fenomeno infettivo purché prontamente utilizzati secondo le più recenti evidenze scientifiche. Gli anticorpi monoclonali creati esponendo un globulo bianco ad una particolare proteina virale, che viene poi clonata per produrre in massa anticorpi per colpire e neutralizzare il virus, esprimono, in linea teorica, un vantaggio rispetto ad altri tipi di trattamento, perché sono pensati per colpire proprio il processo infettivo specifico. Indipendentemente da questo punto cruciale della lotta alla pandemia resta il blocco della trasmissione patologica del virus con misure di contenimento e mitigazione intensificando, parallelamente, le campagne di vaccinazione».

Salvatore Requirez

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