Da nove anni manca il primario del reparto di “Medicina Interna”, da sette quello di “Chirurgia” e da tre non ha alcuna direzione nemmeno il reparto di “Anestesia e Rianimazione”. Soltanto 5 medici sono presenti al “Pronto Soccorso” dei 15 previsti nella dotazione organica, 12 anestesisti a fronte dei 16 necessari per garantire le attività e 1 solo cardiologo. Le problematiche, però sono anche strutturali. A denunciare la situazione in cui versa l’ospedale “S. Cimino” di Termini Imerese è il deputato regionale del M5S, Luigi Sunseri, cha ha inviato una nota all’attenzione dell’assessore alla Salute, Ruggero Razza, e della direzione generale dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni, in cui sottolinea le rilevanti criticità che affliggono da tempo il presidio sanitario della cittadina. Da un’amministrazione regionale all’altra, infatti, l’ospedale non ha mai visto un vero rilancio, ma adesso con la crescita della curva epidemiologica i problemi sono aumentati e il loro peso si è fatto maggiormente rilevante.
Insanitas ha contattato l’Asp di Palermo per avere una replica, se dovesse arrivare sarà pubblicata. «La carenza di personale medico e sanitario interessa diverse unità operative, ivi comprese quelle considerate centrali nell’attività di assistenza ospedaliera come il Pronto Soccorso in cui prestano servizio cinque medici strutturati, nonostante la dotazione organica del reparto ne preveda quindici. Tale numero è stato ulteriormente ridotto a causa dell’emergenza epidemiologica in corso, posto che uno dei cinque medici è stato trasferito nel reparto appositamente costituito- scrive Luigi Sunseri- Il primo livello di assistenza ospedaliera risulta, conseguentemente, inidoneo a rispondere prontamente alle necessità di intervento emergenziale, anche a causa delle carenze organizzative che riguardano le altre unità operative specialistiche».
«Dei dodici anestesisti presenti, sei garantiscono la rianimazione h 24 e sei garantiscono la gestione delle urgenze h 24, col risultato che la possibilità di effettuare interventi chirurgici programmati è stata nettamente ridotta- precisa Sunseri- La situazione appare ben più preoccupante presso l’unità operativa di Cardiologia, laddove risulta presente un solo medico cardiologo. Va da sé che quest’ultimo, oltre ad affrontare turni di lavoro estenuanti, non riesca a garantire un livello di assistenza continua e integrale. Sicché- al di fuori dell’orario di lavoro dell’unico cardiologo impiegato- l’unità operativa, nonché l’intera struttura ospedaliera, rimangono privi della figura specialistica di riferimento».

Luigi Sunseri
Ancora più drammatico appare il quadro dell’ospedale termitano alla luce delle gravi carenze strutturali denunciate dal deputato all’Ars del M5S, secondo cui: «L’inadeguatezza, rispetto ai parametri ordinari, degli standard qualitativi e quantitativi, oltre che strutturali e tecnologici, che influiscono negativamente anche sulla capacità assistenziale dell’ospedale, è, altresì, determinata dallo stato di totale abbandono in cui versa la struttura: vi sono infissi e serrande rotte da anni, ascensori che continuano a non funzionare (recentemente un ausiliario è rimasto bloccato all’interno di uno degli ascensori per novanta minuti con un cadavere, mentre due O.S.S. sono rimasti bloccati per due ore), arredi decisamente datati o riparati in maniera approssimativa e con mezzi di fortuna (la porta della stanza del radiografo, rotta da mesi, è stata “riparata” con del nastro adesivo). L’ospedale, inoltre, è privo di adeguata apparecchiatura tecnologica, tenuto conto che gli strumenti presenti sono, ormai, decisamente obsoleti».
Diventa chiaro che le richieste di Sunseri siano rivolte a spingere l’amministrazione politica e amministrativa ad intervenire in maniera urgente e immediata per «porre in essere quelle necessarie ed indispensabili azioni volte a garantire agli utenti un adeguato servizio di assistenza, mediante il ripristino dei livelli essenziali di assistenza (cd. L.E.A.), così come definiti dal Ministero della Salute. La normativa di riferimento prevede che tutte le strutture sanitarie debbano operare secondo il principio della efficacia, qualità e sicurezza delle cure, dell’efficienza, della centralità del paziente e dell’umanizzazione delle cure, nel rispetto della dignità della persona. Criteri, questi, che- a causa delle innumerevoli criticità sin qui esposte- non possono essere rispettati presso il presidio ospedaliero di cui trattasi».