AGRIGENTO. «Amministrazione nuova ma criticità vecchie e tutte ancora irrisolte all’Asp di Agrigento». Lo denuncia la Fials provinciale con una nota inviata all’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza.
Nel documento è sottolineato anzitutto: «Il pronto soccorso dell’ospedale del capoluogo, che è stato oggetto di recente maquillage, continua ad operare in un contesto organizzativo da terzo mondo, con solo due medici per ciascun turno e continuamente esposti alle aggressioni dei parenti di utenti esasperati dal clima di “abbandono” in cui vengono a trovarsi i loro congiunti».
Abbiamo contattato l’Asp di Agrigento per chiedere una replica. Non appena dovesse pervenire, la pubblicheremo.
Nel comunicato a firma del segretario generale Amedeo Fuliano, la Fials Agrigento aggiunge: «Nello stesso servizio vi è anche una grave carenza di personale infermieristico ed ausiliario. Uno scenario, quest’ultimo, che costringe i medici superstiti a fare ricorso alla medicina difensiva con conseguente intasamento dei servizi diagnostici e produzione di decine e decine di ricoveri impropri che ormai, da troppo tempo, hanno trasformato il più grande ospedale della provincia di Agrigento in un grosso pronto soccorso e null’altro».
Ed ancora: «Si potrebbe pensare che l’Amministrazione attuale non ha avuto tempo a sufficienza per affrontare e risolvere le criticità più gravi ed emergenti ma così non è. Ed infatti, il Direttore Sanitario della “nuova” Amministrazione Commissariale è lo stesso che riveste detto ruolo dal settembre 2014».
Secondo il sindacato «da allora nulla è cambiato e l’U.O.C. di Chirurgia vascolare del presidio ospedaliero di Agrigento continua a non affrontare le urgenze che si presentano. È di qualche giorno addietro la notizia secondo la quale una paziente con un’ischemia acuta di un arto superiore è rimasta nella suddetta unità operativa per 12h, senza essere trattata, ed infine trasferita presso altra U.O di Chirurgia vascolare di un’azienda sanitaria di Palermo».
La Fials aggiunge: «La Rianimazione che in caso di visita dei Nas difficilmente potrebbe restare aperta e l’UTIC del P.O. di Agrigento attendono da più di due anni di essere ristrutturate. In atto operano in un contesto pericoloso per i pazienti, anche sotto il profilo dell’elevato rischio infettivologico; la l’U.O.C. di Cardiologia del P.O. di Licata, da anni è lasciata ad operare con soli tre medici; le liste di attesa per interventi chirurgici, in elezione, di diverse specialità, sono allo stato smisuratamente lunghe».
Il sindacato punta l’indice anche contro «le gravi carenze di personale deputato all’assistenza e alle mansioni di supporto (ausiliari, operatori socio sanitari…). Abbiamo segnalato casi di dipendenti con qualifica di ausiliario, anche di recentissima assunzione, e di operatore socio sanitario che svolgono mansioni “comode” e diverse da quelle previste dalle qualifiche rivestite. Purtroppo, però, a fronte delle rassicurazioni fornite in ordine all’assunzione di provvedimenti ripristinatori, nulla è stato fatto».
Infine, l’appello al neo assessore Razza: «Allo scopo di scongiurare ulteriori episodi di malasanità che finirebbero per inficiare il nuovo corso che il Presidente Musumeci vuole imprimere, di concerto con la S.V. alla sanità pubblica siciliana, confidiamo nel suo autorevole intervento».