“Il quadro disvelato dalle indagini della Guardia di Finanza è impietoso e fa rabbia”. Lo afferma l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza (nella foto), commentando la maxi-operazione dalla Guardia di Finanza che sta scuotendo la Sanità siciliana, con arresti eccellenti come quelli di Antonio Candela (ai domiciliari) e Fabio Damiani.
“Poco importa che siano fatti risalenti nel tempo al 2016- aggiunge Razza- Quando abbiamo applicato il protocollo anticorruzione Anac-Agenas avevamo individuato nel “rischio” gare quello più alto. Ed è anche questa la ragione per la quale, attirandomi polemiche, ho alzato la voce sulle centrali di committenza pubbliche perché il sistema sanitario non può essere depauperato da condotte criminose. Ho sempre invitato, e continuo ad invitare oggi, tutte le imprese a denunciare all’autorità giudiziaria ogni anomalia e a segnalarlo formalmente alla nostra anticorruzione”.
“La storia personale e le pubbliche considerazioni di tante istituzioni su alcuni dei soggetti coinvolti, a partire dal dottor Candela- prosegue l’assessore – stonano con le risultanze di questa attività investigativa. E per questo la vicenda lascia ovviamente attoniti. Ma saranno immediati, già questa mattina, tutti i provvedimenti conseguenti”.
La revoca degli incarichi a Damiani e Candela sono conseguenze naturali della vicenda giudiziaria. Per me il punto è adesso quello del maggiore accertamento che faremo, il quale non è legato ai soggetti che hanno già ricevuto delle misure cautelari, ma va oltre. Immaginiamo che essendo maturato all’interno di un procedimento amministrativo il caso relativo all’inchiesta “Sorella Sanità” ci possono essere altri soggetti coinvolti non indagati ma che possono avere responsabilità che sono per noi politicamente ed istituzionalmente rilevanti.
IL COMMENTO DI MUSUMECI
«Avevamo visto giusto quando abbiamo approvato in giunta una delibera sulla Cuc e poi adottato misure per l’affiancamento di Consip. Chi ruba, se accertato, non merita di aver ricevuto la stima di tante persone perbene. La Regione sarà parte civile e ho dato disposizioni di passare al setaccio tutte le gare, perché anche procedure iniziate nel 2016, come quelle oggetto dell’indagine odierna, possono avere prodotto i loro effetti in epoca successiva. Deve essere chiaro a tutti che la sanità non è un business, ma serve a curare le persone».