L’escalation di violenze nei confronti di medici e operatori sanitari ha raggiunto ormai proporzioni allarmanti in Sicilia. Nell’ottobre 2017 l’Associazione Scientifica Nazionale “Hospital & Clinical Risk Managers”, presieduta dal prof. Alberto Firenze, aveva presentato il “Protocollo di rilevazione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari e sindrome da Burnout correlata” (vedi articolo di InSanitas) e oggi torna sulla questione esprimendo solidarietà ai colleghi recentemente coinvolti nei fatti di cronaca e grande preoccupazione per questo intollerabile fenomeno.
“C’è la necessità- afferma Alberto Firenze (nella foto) – di andare oltre l’osservanza della specifica raccomandazione del ministero della Salute relativa alla prevenzione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari, perciò chiediamo con forza l’attivazione di un tavolo tecnico permanente sull’argomento, che coinvolga anche i questori e i prefetti delle tre aree metropolitane siciliane (Palermo, Catania e Messina) e i direttori generali delle Aziende sanitarie e Provinciali siciliane. “Tavolo già sollecitato lo scorso 7 febbraio 2017, al precedente Assessore alla Salute, senza aver ricevuto alcuna risposta”.
Firenze ricorda il progetto, realizzato in partnership tra l’ente capofila l’“Associazione Scientifica Hospital & Clinical Risk Managers” e l’Omceo con l’obiettivo di arginare i continui atti di violenza subiti dai medici e da tutti i professionisti della sanità negli ospedali e nelle strutture territoriali, soprattutto nelle aree di emergenza, di continuità assistenziale e di prima accoglienza, che nasce dall’analisi dei dati sui gravi disagi che vivono ogni giorno medici e operatori durante l’esercizio della loro professione, confermati anche dalla Raccomandazione ministeriale in cui si spiega l’evolversi di certe condotte aggressive.
“Un comportamento violento- conclude Firenze- avviene spesso secondo una progressione che, partendo dall’uso di espressioni verbali aggressive, arriva fino a gesti estremi quali l’omicidio. La conoscenza di tale progressione può consentire al personale di comprendere quanto accade ed interrompere il corso degli eventi”.
Da allora l’Associazione sta somministrando questionari presso tutte le Aziende sanitarie siciliane e nei prossimi giorni la stessa valutazione verrà condotta su tutto il territorio nazionale con il patrocinio e la collaborazione di tutti gli ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Italia, così come voluto dal Presidente Nazionale e dal consigliere nazionale della FNOMCEO, rispettivamente dottori Filippo Anelli e Toti Amato.
L’auspicio è un immediato confronto con le istituzioni preposte al mantenimento dell’ordine pubblico, anche in Sicilia, finalizzato a definire un protocollo operativo che consenta di prevenire ogni forma di violenza fisica e verbale nei confronti di tutti gli operatori sanitari a qualsiasi livello impegnati.
L’assessore Ruggero Razza sulla questione si è espresso in un articolo pubblicato oggi sul quotidiano “La Sicilia”, affermando: “Sento il dovere nei prossimi giorni di incontrare i vertici delle aziende sanitarie e ospedaliere di Sicilia e anche di raccogliere le proposte delle organizzazioni sindacali e dell’Ordine dei Medici. Siamo ormai davanti ad un’allarmante esposizione di medici e operatori sanitari che non riguarda soltanto l’organizzazione delle strutture e la capacità di erogare servizi efficienti. In alcune aree delle grandi città esiste un problema sociale: i camici sono esposti, sotto tiro come le divise”.