A Messina un percorso virtuoso che consente ai malati oncologici di proseguire i programmi diagnostico-terapeutici in piena sicurezza: è questo l’obiettivo raggiunto dal dipartimento di oncoematologia dell’Azienda ospedaliera “Papardo”, diretto dal professore Vincenzo Adamo. Fuori dal day hospital oncologico sito al quarto piano della struttura è stata allestita una tenda dove i pazienti, muniti degli appositi dispositivi di sicurezza, vengono sottoposti a un’attività di triage, alla presenza di un medico e di personale sanitario che verifica l’assenza di sintomi (febbre e tosse), prima di essere smistati nei i vari ambulatori del DH. Ne abbiamo parlato con il professore Adamo.
Le aziende sanitarie regionali lamentano un evidente calo delle consulenze e dei ricoveri.
Il calo dei ricoveri è indubbiamente legato al timore di essere esposti a un possibile contagio da Covid-19. Per l’oncologia la situazione è diversa poiché i pazienti richiedono un’attenzione terapeutica specifica dovuta alla complessità delle cure indifferibili e obbligatorie a seconda delle varie fasi della malattia. Nell’ultimo mese, il calo di circa il 20% che abbiamo registrato è legato alla dilazione delle visite di monitoraggio dei pazienti in follow up, per i quali è possibile un posticipo delle stesse.
Il dipartimento di oncoematologia del “Papardo” ha ideato un percorso che permette la gestione dei pazienti nella massima sicurezza evitando disordini. L’utenza è soddisfatta?
Superato il disorientamento iniziale tipico delle situazioni nuove, i nostri pazienti hanno avuto modo di testare l’efficacia e la sicurezza del percorso, attraverso il quale continuiamo a garantire immediatezza diagnostica e terapeutica; attualmente gestiamo una media di 60 pazienti al giorno e dall’inizio dell’emergenza abbiamo avuto bisogno di effettuare solo 10 tamponi fra degenza e day hospital, tra l’atro tutti negativi. Questo naturalmente è stato possibile grazie alla disponibilità del direttore generale, degli altri vertici aziendali e al personale che quotidianamente è a servizio dell’utenza.
Spesso la gestione del paziente oncologico richiede una “concomitanza” di consulenze specialistiche; è possibile questo nel rispetto delle norme di sicurezza anti contagio?
Il paziente oncologico necessita di protocolli diagnostico-terapeutici che impongono il coinvolgimento di più figure specialistiche. All’interno dell’Azienda “Papardo” i cosiddetti “Gruppi Oncologici Multidisciplinari” (Gom) dedicati ai diversi tumori che vengono da noi trattati, attivi ormai da parecchi anni, stanno continuando a operare attraverso riunioni in remoto, evitando inutili spostamenti al paziente; naturalmente, per alcuni accertamenti diagnostici strumentali è necessario che il paziente si rechi nei reparti di riferimento, sempre nel rispetto di tutte le norme di sicurezza.
Il suo reparto, a Messina, è stato “antesignano” nella creazione di un percorso di umanizzazione delle cure che tenesse conto della persona ancor prima del paziente; negli ultimi anni con l’Associazione per il Sostegno Oncologico, A.S.S.O., da Lei presieduta sono state promosse tante iniziative culturali in accordo con importanti enti e associazioni cittadine e nazionali. Come state gestendo questo aspetto?
Ci dedichiamo ai nostri pazienti con maggior attenzione non solo perché i protocolli attuati non permettono nella maggior parte dei casi l’affiancamento dei caregivers, ma soprattutto perché la paura dell’ignoto, che viviamo in questo momento di emergenza, per loro è una condizione ben nota. Limitiamo al massimo i tempi di attesa delle terapie e cerchiamo di non far mai mancare il calore di un sorriso o di una parola di conforto.
Quali sono le novità sul fronte della ricerca?
Come Rete oncologica siciliana, in accordo il decreto Stato-Regione, ci stavamo già occupando dei Percorsi diagnostico terapeutici assistenziali specifici, che naturalmente adesso cercheremo di portare avanti alla luce delle nuove linee guida legate alla pandemia.